Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Giorgio Appia

Giorgio (Georges Edouard Antoine) Appia (9 gennaio 1827 – 19 settembre 1910) pastore, professore alla Facoltà valdese di Teologia, vice presidente del comitato della Société des Missions di Parigi e membro della  Société d'Histoire Vaudoise.

Biografia

Nacque a Francoforte sul Meno, dove il padre Paul, originario di Torre Pellice, era pastore della chiesa riformata francofona; la madre era Caroline Develay, appartenente a una famiglia di Yverdon nel cantone svizzero di Neuchâtel, ultimogenito di sei fratelli e sorelle: Pauline (1815-1889), Marie (1816-1886), Louis (1818-1898), medico e fondatore con Henri Dunant della Croce Rossa internazionale, Cécile (1820-1858), Louise (1825-1904), direttrice dell’Istituto superiore femminile di Torre Pellice.

Iniziò all’età di 12 anni gli studi secondari al collegio della cittadina di Boeningheim, nel Württemberg, proseguendoli nel 1842 al ginnasio di Norimberga, reputato uno dei migliori in Germania, dal 1843 al 1845 al liceo di Hanau, quindi si iscrisse alla Facoltà di Lettere di Ginevra, città in cui il fratello Louis aveva studiato medicina e in cui abitavano le sorelle Marie sposata con Jacques Claparède e Cécile con il pittore Gabriel de Beaumont.

 Nel 1846 ottenne una borsa di studio per l’Università di Bonn, dove iniziò gli studi teologici, l’anno successivo fu a Halle, e nel 1848 partecipò ai moti rivoluzionari, recandosi a Berlino, e trasferendosi quindi a Parigi dove abitava la sorella Pauline con il marito pastore Louis Vallette e dove iniziò a lavorare come insegnante e poi vice direttore della Scuola normale protestante (istituto magistrale) di Courbevoie. Conclusa la parentesi lavorativa, riprese gli studi di teologia alle Facoltà di Teologia di Ginevra e di Strasburgo, ma in seguito alla morte del padre avvenuta nel 1849, attraversò una grave crisi spirituale e un lungo periodo di malattia, che trascorse a Parigi in compagnia della madre.

Un soggiorno nell’estate del 1852 nella casa dell’amico d’infanzia Davide Pellegrin a San Giovanni nelle Valli valdesi, lo portò alla scelta di fermarsi a Torre Pellice, luogo di origine della famiglia paterna, iniziando  a predicare e coadiuvando i pastori locali. Nell’agosto del 1853 sostenne la tesi all’Università di Strasburgo e dopo qualche settimana fu consacrato a Torre Pellice.

Il suo primo incarico nella Chiesa valdese fu l’insegnamento al Collegio valdese, alla Scuola Normale di Torre Pellice e nel 1854, dopo l’arrivo della sorella Louise incaricata della direzione, anche alla Scuola Superiore Femminile, il Pensionnat. Inoltre con la sorella fondò una scuola per le bambine povere, comprendente un internato per quelle restate senza famiglia anche a causa del periodo di crisi economica e di malattie delle coltivazioni, che precipitarono la popolazione in miseria.

Accanto all’impegno pedagogico e sociale, la sua opera si svolse nella predicazione evangelica in riunioni di risveglio religioso sia alle Valli, sia nei paesi circostanti, e nella tenuta della Scuola domenicale per la formazione catechetica dei più piccoli.

Tornato a Parigi, coadiuvò il cognato pastore Vallette nella chiesa luterana di Saint Marcel  per alcuni mesi tra il 1857 e il 1858, e vi conobbe Helen Sturge, una giovane inglese appartenente a una famiglia di industriali quaccheri, con cui si fidanzò e che sposò il 12 luglio 1859. La coppia ebbe otto figli, di cui sopravvissero soltanto: Henry (1861-1901), pastore e professore di teologia a Ginevra, Louis (1863-1937), pastore a Parigi, e Marie (1872-1957), sposata con il cugino Thomas Sturge-Moore.

Avendo deciso di tornare in Italia, la sua prima sede pastorale fu Pinerolo, dove nel 1860 inaugurò il tempio valdese. Nominato per un anno docente alla Facoltà valdese di Teologia, di cui aveva sostenuto fortemente nel Sinodo 1860 l’opportunità di spostare la sede da Torre Pellice a Firenze, fu nominato pastore dal 1861 al 1862 a Palermo e dal 1862 al 1866 a Napoli, città in cui fondò le prime comunità valdesi del Meridione. La sua opera in Sicilia si estese a Siracusa, Messina, Trapani, Agrigento, Catania, con l’aiuto di alcuni colportori, tra cui Stefano Cereghino.

Partecipò alla battaglia di Bezzecca del 1866, organizzando con il fratello Louis, l’ingegnere inglese William Jervis, direttore del Museo industriale di Torino e lo studente Giovanni De Vivo, il primo servizio di assistenza per i feriti in accordo con Giuseppe Garibaldi. In questa occasione venne a contatto con Alessandro Gavazzi, cappellano di Garibaldi e futuro fondatore della Chiesa Cristiana Libera.

Dal 1866 al 1868 fu richiamato presso la Facoltà valdese di Teologia a Firenze come professore di teologia esegetica occupandosi anche della comunità valdese fiorentina. Nel 1867, dopo la morte di Gioacchino Gregori a causa del colera, si offrì di prenderne il posto alla guida della chiesa di Napoli da dove visitò per qualche tempo anche Catania, coadiuvato dal pastore Mardocheo De Vita.

Negli anni di servizio presso la Chiesa Valdese fu impegnato intensamente da frequenti incarichi al Sinodo (anche di rappresentanza all’estero) e in commissioni di studio e fece parte del Comitato di Evangelizzazione dal 1866 al 1868.

Nel maggio 1868 si recò negli Stati Uniti per collettare a favore della costruzione di un tempio a Napoli, rimanendovi fino all’anno seguente, quando accettò la chiamata che la Chiesa Luterana di Parigi gli aveva rivolto, diventando pastore della chiesa principale delle Billettes e delle comunità dei quartieri popolari, e assumendo l’incarico di cappellano della Maison des Diaconesses di Reuilly.

Nel 1870 prestò la sua opera pastorale nella capitale francese durante l’assedio franco-prussiano e le giornate della Comune, si trasferì alla parrocchia luterana del Faubourg Saint-Antoine, e dal 1874 assunse la cura di quella della Rédemption, nel centro di Parigi, senza trascurare la predicazione nei vari luoghi di culto aperti a scopo di evangelizzazione nella città e l’impegno a favore delle Scuole Domenicali e delle Associazioni dei giovani, nonché, in collaborazione con la sorella Louise, delle opere contro la prostituzione.

Un altro vasto campo d’impegno fu in favore dell’opera missionaria, come membro del comitato della Société des Missions di Parigi dal 1874 e vice presidente dal 1883.

Ricoprì pure gli incarichi di membro della Société des Écoles du Dimanche, presidente della sezione francese della Alliance Évangélique, membro della Société d'Histoire Vaudoise fin dalla fondazione. Nel giugno 1910 partecipò alla Conferenza missionaria universale di Edimburgo, che fu però costretto a lasciare per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute.

I rapporti con la Chiesa Valdese e con le Valli valdesi non si interruppero con il suo trasferimento a Parigi, in quanto partecipò spesso al Sinodo con voce consultiva e continuò a trascorrere i mesi estivi con la famiglia a Rorà e Torre Pellice, dove morì il 19 settembre 1910 nella sua casa degli “Airals Blancs”.

Accanto ai suoi scritti di argomento teologico e storico, va ricordato il suo talento e la sua passione per il disegno che lo accompagnarono per tutta la vita, e di cui si servì sovente per illustrare le sue pubblicazioni.

Fonti archivistiche

Archivio Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 33, Giorgio Appia.spazio
Archivio Società di Studi Valdesi (in ATV), Fondo Carte Famiglia Appia.

Pubblicazioni principali

G. Appia, Roma e la Scrittura. Dieci lettere al canonico Dom. Turano in risposta all’opera sua «Il Cattolicesimo», Palermo, 1862.spazio
G. Appia, Scènes illustrées de la Rentrées des Vaudois. Récits authentiques, Parigi, Société des Écoles du Dimanche, 1889.spazio
G. Appia, Guillaume III et son rôle dans l’histoire de la Rentrée, in «Bulletin de la Société d’Histoire Vaudoise» n. 6, 1889, pp. 56-84.spazio
G. Appia, Souvenirs des martyrs de Chine, Parigi, Société des Missions évangéliques, 1901.spazio
G. Appia, Á l’aurore d’un nouveau siècle. 1800-1900, Parigi, Société des Écoles du Dimanche, 1901.spazio
G. Appia, Noël à travers les âges, Torre Pellice, Tip. Alpina, 1914.

Bibliografia

J. Weitzecker, Georges Appia, in «Écho des Vallées», nn. 29-39-43, 23, 30 settembre e 28 ottobre 1910.spazio
In memoriam Georges Appia, 1827-1910. Souvenir du service commémoratif célébré le 31 octobre 1910 à l’église de la Rédempion a Paris, Torre Pellice, Tip. Alpina, 1910.spazio
T. Gay, Georges Appia, in «Bulletin de la Société d’Histoire Vaudoise» n. 29, 1911, pp. 32-33.spazio
Georges Appia. Pasteur et professeur en Italie et à Paris, Paris, Flammarion, 1910 (2a ed. 1924-25).spazio
A. Lods, Une exposition des Dessins de M. le Pasteur G. Appia, in  «L'Écho des Vallées», n. 34, 25 agosto 1911.spazio
G. Tourn, Giorgio Appia dalle Alpi alla Sicilia, Torino, Claudiana, 1964.

Immagini

  • A cura di Gabriella Ballesio
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