Comitato di Evangelizzazione
Descrizione
Il Comitato fu istituito dal Sinodo valdese nel 1860, quale organo amministrativo distinto dalla Tavola Valdese, al quale facessero capo le chiese sorte nella penisola in seguito all’Unità italiana. Alla Tavola rimaneva l’amministrazione delle sedici chiese originarie delle Valli del Pellice, del Chisone e Germanasca, con Torino e Colonia Valdense (Uruguay).
La nuova Commissione era composta in origine da un presidente e da quattro altri membri, poi portati a sei nel 1893, laici e pastori, eletti da Sinodo. La sede fu fissata a Firenze, nel Palazzo Salviati di via de’ Serragli il quale era stato recentemente donato dal pastore Robert W. Stewart della Chiesa Libera scozzese di Livorno e dove era stata trasferita la Facoltà valdese di Teologia, fondata nel 1855 a Torre Pellice.
Il Comitato aveva la facoltà di prendere sotto prova pastori, evangelisti, maestri-evangelisti e colportori, fissandone la sede e determinandone la sfera di attività. Non disponendo di entrate fisse tuttavia non poteva assicurare uno stipendio a coloro che lavoravano sotto la sua direzione, ma soltanto un sussidio che teneva conto dello stato di famiglia e della residenza. Le entrate finanziarie erano assicurate dalle contribuzioni delle Chiese locali, dai proventi degli stabili, dalle collette, specialmente provenienti dall’estero, dai doni, da lasciti e da redditi di stabili.
Le chiese nate dall’opera di evangelizzazione furono raggruppate in aree territoriali in base al cosiddetto “Organamento delle chiese valdesi” del 1875, che provvide a decentrare più efficacemente l’opera sotto la soprintendenza di un membro del Comitato competente per ciascuna zona. Furono istituiti cinque Distretti: Piemonte – Valle d’Aosta – Liguria comprendente anche Nizza; Lombardia – Veneto – Emilia; Toscana – Sardegna; Lazio – Umbria – Marche; Campania – Abruzzi – Molise – Puglia – Sicilia.
I pastori e i maestri erano tenuti a inviare al Presidente o al capo Distretto relazioni settimanali o mensili sulla loro attività, mentre i Consigli di Chiesa redigevano una relazione annua destinata alle Conferenze distrettuali, sorta di Sinodi regionali. Le chiese dipendenti dal Comitato non avevano rappresentanza diretta al Sinodo generale, a cui presentavano una relazione a stampa e inviavano alcuni deputati nominati dal Distretto.
Il primo presidente del Comitato fu il pastore Giovanni Pietro Revel dal 1860 al 1871, seguito dal pastore Matteo Prochet dal 1871 al 1906, dal pastore Arturo Muston dal 1906 al 1913 e infine dal pastore Ernesto Giampiccoli fino al 1915.
I rapporti fra la Tavola Valdese e il Comitato di Evangelizzazione furono impostati in modo da evitare interferenze reciproche, con campi di lavoro e mansioni distinti e con materie di competenza comune e di interesse generale, quali l’assunzione di pastori, le questioni patrimoniali e le relazioni con le Chiese estere.
Il Sinodo del 1912 affrontò il problema del ritorno all’amministrazione unica, approvando a larga maggioranza l’unificazione delle due Commissioni esecutive, decisione che divenne operativa nel 1915.
Fonti archivistiche
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Raccolta delle Relazioni annue sulle opere di evangelizzazione in Italia ed all’estero presentata al Venerabile Sinodo di detta Chiesa, Pinerolo, Tip. Chiantore e Mascarelli, 1861-1915.
Bibliografia
Riassunto storico dell’evangelizzazione valdese durante i primi cinquanta anni di libertà (1848-1898), a cura di A. Muston, E. Meynier, G. Bonnet, Pinerolo, Tip. Chiantore e Mascarelli, 1899.
Cento anni di storia valdese, a cura di D. Bosio, E. Comba, E. Ayassot, E. Eynard, G. Mathieu, R. Nisbet, A. Ribet, Torre Pellice, Claudiana, [1952].
F. Fasulo, I pastori evangelisti valdesi dal 1860 al 1902, Tesi discussa alla Facoltà di Lettere e Filosofia, Relatore G. G. Merlo, Milano, A. A. 1999-2000.
Immagini
- A cura di Gabriella Ballesio