Francesco Rostagno
Francesco (François Henri) Rostagno (Rostan) (13 ottobre 1838 – 5 febbraio 1874) pastore valdese.
Biografia
Nato a Prali, era il terzogenito dei cinque figli di François e Junine Rostan. Dopo aver frequentato le Scuole valdesi, all'età di sedici anni entrò alla Scuola Latina di Pomaretto, dove fu compagno di scuola del futuro collega Giovanni Pietro Pons, per poi frequentare dal 1858 il Collegio Valdese di Torre Pellice, dove fu nominato presidente della società studentesca «La Balziglia» ed ebbe l'onore di pronunciare il discorso accademico per il conferimento del diploma nell'estate del 1862.
Nell'ottobre dello stesso anno si iscrisse alla Facoltà valdese di Teologia a Firenze, avendo come insegnanti Giovanni Pietro Revel, Paolo Geymonat, Giorgio Appia e Luigi Desanctis. Durante gli anni fiorentini iniziò a collaborare con il periodico evangelico “L'Eco della verità”, assumendo allo stesso tempo la direzione della Scuola Domenicale della chiesa valdese di Palazzo Salviati.
La sua speranza di potersi recare in Scozia per un periodo di perfezionamento successivo alla licenza teologica, conseguita nel 1865, fu delusa dalla decisione del Presidente del Comitato di Evangelizzazione di assegnargli il posto di evangelista a Guastalla (Reggio Emilia), dove rimase due anni vedendo crescere la comunità malgrado l'opposizione del vescovo Rota che emanò una pastorale contro la sua predicazione e dove fu inoltre oggetto di un tentativo di assassinio.
Consacrato nel maggio del 1866, l'anno successivo fu trasferito nella nascente comunità di Verona, dove ebbe l'occasione di tenere una serie di conferenze sul Concilio Vaticano I riunito in quel tempo e dove rappresentò il Comune artigiano di Firenze al Congresso operaio di Verona del 1871, in riconoscimento dei suoi studi sulla condizione dei lavoratori.
Nel maggio 1870 sposò Giuseppina Meille, figlia del maestro valdese Daniel e di Marguerite Vola, sorella del pastore Augusto Meille e nipote del pastore Giovanni Pietro Meille e del colonnello Charles Beckwith, da cui dovette separarsi temporaneamente alla fine dell'anno perché inviato in missione straordinaria presso la piccola comunità protestante di Ancona, e quindi nel gennaio 1871 a Riesi (Caltanissetta), dove stava crescendo il movimento evangelico.
Nel 1872 fu trasferito nella comunità di Livorno, allora travagliata da dissensi interni, con il compito di superare la crisi grazie al suo equilibrio e alla sua predicazione. Durante la sua permanenza in quella località collaborò a più riprese con il pastore Robert Walter Stewart, intraprendendo cicli di conferenze rivolte alla popolazione cittadina e componendo inoltre l'inno “O beati su nel ciel ...”.
La sua salute piuttosto cagionevole subì un tracollo nel settembre del 1873 quando, tornato a Livorno dal Sinodo Valdese tenutosi a Torre Pellice ebbe un attacco di cuore; trasportato a Firenze presso il cognato Augusto Meille trascorse alcuni mesi di assoluto riposo insieme alla moglie e ai due figli Giovanni Rostagno (nato il 19 marzo 1871, futuro pastore e professore alla Facoltà Valdese di Teologia) e Francesco (1872-1879).
Morì a Firenze il 5 febbraio del 1874. La vedova ventottenne si stabilì presso la famiglia dei suoceri a Torre Pellice, dove il 18 giugno dello stesso anno nacque la figlia Enrichetta, che sarebbe divenuta la moglie del pastore e moderatore Ernesto Giampiccoli.
Fonti archivistiche
Archivio Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 28, Rostagno Francesco.
Pubblicazioni principali
F. Rostagno, Giù la maschera!?, Verona, Civelli, 1868.
Bibliografia
Francesco Rostagno, in «L'Eco della Verità», n. 6, 7 febbraio 1874.
G. Meille, Un evangelista in Italia. Ricordi di Francesco Rostagno raccolti per la famiglia e gli amici da un amico, Torre Pellice, Tipografia Alpina, 1881.
G. Rostagno, Le mie memorie, Torre Pellice, Claudiana, 1946.
G. Spini, Italia liberale e protestanti, Torino, Claudiana, 2002.
Immagini
- Francesco Rostagno - Archivio Fotografico Valdese
- Francesco Rostagno con il figlio Giovanni - Archivio Fotografico Valdese
- Francesco Rostagno con la moglie Giuseppina Meille - Archivio Fotografico Valdese
- Giuseppina Meille - Archivio Fotografico Valdese
- A cura di Gabriella Ballesio