Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Luigi Desanctis

Luigi Desanctis (31 dicembre 1808 – 31 dicembre 1869) padre camilliano, divenuto protestante fu pastore valdese, poi evangelista presso le Chiese libere. Professore alla Facoltà valdese di Teologia, teologo e controversista.

Biografia

Nato a Roma, primo di ventiquattro tra fratelli e sorelle, a sedici anni entrò nell'ordine camilliano che aveva, come compito statutario, la cura degli infermi. Fin dalla sua giovinezza, tuttavia, Desanctis manifestò una particolare attitudine per gli studi filosofici e teologici. Ordinato sacerdote nel 1831, conseguì la laurea in teologia e fu destinato all'insegnamento, all'interno dell'ordine, prima a Viterbo, poi a Genova. Nel suo percorso formativo ricevette una forte preparazione esegetica, inusuale per l'epoca, che influenzerà significativamente il seguito della sua attività.

In quegli anni, il sacerdote associò all'attività didattica l'impegno di servizio, in particolare nei confronti delle vittime di un'epidemia di colera. Nel 1835 Desanctis lavorò nel Lazzaretto di San Bartolomeo a Genova e nel 1837 presso l'Arcispedale femminile del SS. Salvatore ad Sancta Sanctorum in San Giovanni in Laterano a Roma. Durante quell'intenso periodo Desanctis iniziò inoltre un altro tipo di attività nella quale si distinguerà anche dopo il suo passaggio al fronte evangelico: la controversia confessionale. I suoi bersagli polemici furono soprattutto le tendenze razionalistiche nell'esegesi biblica e il protestantesimo.

Nel 1837 divenne qualificatore, ovvero teologo, del Sant'Uffizio e membro delle commissioni esaminatrici del Collegio Romano. Fra il 1838 e il 1842 ebbe l'incarico di esaminare numerose tesi di teologia storica, esegetica e sistematica che dovevano essere discusse in quell'università. Nel 1840 venne inoltre nominato curato della chiesa di S. Maria Maddalena di Roma.

Lo studio assiduo dei testi biblici, patristici e della teologia protestante, unito alle deludenti esperienze pastorali indussero il Desanctis a constatare la distanza incolmabile tra il messaggio evangelico e il cattolicesimo, spingendolo ad abbandonare la chiesa romana. Negli anni Quaranta iniziarono contro di lui una serie di misure repressive, che culminarono nel 1843 in una condanna da parte del Sant'Uffizio. I punti di dissenso erano di tre tipi: dottrinali (critiche nei confronti della dottrina relativa al papato), disciplinari (scarso rispetto per la figura del Papa) e politiche (sentimenti e pensieri vicini agli ideali del Risorgimento).

Nel 1847, Desanctis abbandonò il sacerdozio e fuggì da Roma. Grazie all'aiuto di esponenti della chiesa scozzese di Malta, si trasferì prima ad Ancona, poi a Corfù e in seguito a Malta.

A Malta, insegnò in un istituto per ex sacerdoti sostenuto dalla Chiesa d'Inghilterra e, nel 1848, fondò la rivista «Il Cattolico cristiano», nella quale pubblicò i suoi articoli di controversia, più tardi ripresi e ristampati in diversi volumi. Importante fu la lettera aperta A Pio IX, pubblicata mentre il pontefice era fuggito a Gaeta durante la Repubblica Romana. Nel testo, Desanctis chiese al papa di rinunciare al potere temporale, in nome sia dell'evangelo, sia del bene dell'Itala.

Nel 1849 sposò Martha Sommerville, figlia del governatore britannico dell'isola di Gozo, con la quale ebbe tre figli, e in seguito si trasferì a Ginevra, dove predicò tra gli esuli italiani. Il culto domenicale, la spiegazione biblica settimanale, le lezioni di teologia evangelica ad alcuni ex sacerdoti sulla Confessio Helvetica posterior, nonché una feconda attività culturale, segnarono i tre anni del suo soggiorno ginevrino. Nella città svizzera venne composta, in inglese, la sua opera più significativa, Popery and Jesuitism in Rome, tradotta e adattata per il pubblico italiano nel 1851, con il titolo di Roma Papale.

Rientrato in Italia, fu incaricato dalla Tavola Valdese di coadiuvare il pastore di Torino Giovanni Pietro Meille nell'opera di evangelizzazione. Oltre alla predicazione, Desanctis si occupò, sempre insieme a Meille, della redazione del settimanale religioso «La Buona Novella». Il 31 agosto 1853 venne consacrato pastore a Torre Pellice.

Il rapporto tra Desanctis e il mondo valdese non fu però privo di tensioni: nel 1854 si distaccò momentaneamente dalla Chiesa Valdese, svolgendo un ministero di evangelista indipendente presso le comunità libere e diventando membro del Comitato della neonata Società Evangelica Italiana di Torino. Nel 1855 partecipò all'Assemblea dell'Alleanza Evangelica a Parigi come rappresentante degli evangelici italiani e nel settembre dello stesso anno si spostò in Inghilterra, dove incontrò Salvatore Ferretti e Mary Anne Rawson, grande amica dell'evangelismo italiano.

Tornato in Piemonte, nel 1858 iniziò a dirigere «L'amico di casa», una pubblicazione evangelistica destinata alle famiglie, continuando allo stesso tempo l'attività pubblicistica: Il purgatorio (1861); La messa (1862).

Nel 1860 abbandonò Torino per recarsi in Lombardia. Visitò Bergamo e Brescia e successivamente si fermò per alcuni mesi a Milano. Nello stesso anno fu inviato a Genova per sostituire Bonaventura Mazzarella, all'epoca professore all'università di Bologna. Nella città ligure compilò il programma della scuola teologica per la preparazione degli evangelisti, proposta dal Comité Italien Suisse.

Nel 1863 lasciò Genova per trasferirsi a Firenze. Nel capoluogo toscano, Desanctis riprese rapporti più istituzionali con la Chiesa Valdese, lavorando con Alessandro Gavazzi ad un “Progetto di unione delle chiese evangeliche” e dirigendo «L’eco della verità» insieme a Giovanni Pietro Revel dal luglio 1864. Assai più critico fu il suo rapporto con le correnti rappresentate dal conte Piero Guicciardini e Teodorico Pietrocola Rossetti: Desanctis si distanziò nettamente dal loro rigido congregazionalismo e nel 1864 dedicò loro un libretto polemico, I plimuttisti (il gruppo di Guicciardini intratteneva rapporti con i Plymouth Brethen, in Gran Bretagna).

Approfittando del suo arrivo a Firenze, la Facoltà valdese di Teologia lo incaricò sin dal 1865 di insegnare “Storia delle dottrine della Chiesa romana”. In seguito fu nominato professore titolare di teologia polemica, apologetica e pratica (1868) e tenne inoltre corsi di polemica, di archeologia cristiana, di introduzione all'Antico e Nuovo Testamento, di apologetica e di teologia evangelistica. Oltre all'insegnamento, Desanctis si occupò insieme a Paolo Geymonat della cura della comunità valdese di Firenze, diventando anche membro del Concistoro.

Morì a Firenze il 31 dicembre 1869; gli evangelici italiani gli dedicarono un monumento nel cimitero fiorentino degli Allori a Porta Pinti.

Fonti archivistiche

Archivio della Facoltà Valdese di Teologia, Fondi Storici (in ATV), Carte Emilio Comba, fascicolo 17, Archivio Luigi Desanctis.

Pubblicazioni principali

L. Desanctis, A Pio IX, vescovo di Roma Luigi Desanctis già curato in Roma, ed ora Ministro del Santo Evangelo, in «Il Cattolico cristiano», I, 1849.spazio
L. Desanctis, La confessione: saggio dommatico storico, Malta, F. W. Franz,1850.spazio
L. Desanctis, Il celibato de' preti: riflessioni storico-dommatiche, Malta, 1850.spazio
L. Desanctis, Roma papale, Firenze, Claudiana, 1865.

Bibliografia

Alete (pseud. di T. Chiesi), Biografia di Luigi Desanctis romano, Firenze, 1870.spazio
A. Gavazzi, Cenni biografici del dottore Luigi Desanctis, Firenze, 1870.spazio
V. Vinay, Facoltà valdese di Teologia (1855-1955), Torre Pellice, Claudiana, 1955.spazio
V. Vinay, Luigi Desanctis e il movimento evangelico fra gli Italiani durante il Risorgimento, Torino, Claudiana, 1965.spazio
C. Fantappiè, Luigi Desanctis, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 39, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1991, pp. 313-316.spazio
G. Spini, Risorgimento e protestanti, Torino, Claudiana, 1998³ (I ed. 1956).spazio
F. Ferrario, Luigi Desanctis. Dal Sant'Uffizio al protestantesimo, in Scelte di fede e di libertà. Profili di evangelici nell'Italia unita, a cura di D. Bognandi e M. Cignoni, Torino, Claudiana, 2011, pp. 29-32.spazio
T. Chiesi, Lasciò la Chiesa per seguire Cristo. La vita e l'opera di Luigi Desanctis, edizione a cura di R. Giuliani, Mantova, Passaggio, 2014. 

Immagini

  • A cura di Luca Pilone
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