Giuseppe Fasulo
Giuseppe Fasulo (31 luglio 1874 – 29 settembre 1931), pastore valdese, membro della Tavola Valdese.
Biografia
Nato a Trapani, era figlio di Gaetano Fasulo e Angela Casarano, che morì quando il figlio aveva poco più di due anni. La condizione di povertà della numerosa famiglia costrinse il ragazzo a una vita errabonda prima a Roma – dove frequentò l’Istituto Gould – e poi in Inghilterra presso due sue sorelle; tornò quindi a stare col padre a Carpi e poi a Napoli, dove frequentò il ginnasio, in ritardo ma con ottimi risultati.
In seguito venne ospitato dalla sorella Violetta a Firenze, città in cui terminò il liceo per poi frequentare i primi tre anni di Lettere. Diventato membro della Chiesa valdese di via dei Serragli, si iscrisse alla Facoltà valdese di Teologia.
Il 29 dicembre del 1902 sposò Ines Grossi (nata a Firenze nel 1884) con la quale ebbe Timoteo (1904), Sergio (1905) e Violetta (1907).
Inviato a Lucca per il suo anno di prova, si occupò inoltre dei piccoli nuclei di evangelici a Barga, Ponte Buggianese, S. Marco di Lucca, Ponte S. Piero, Ponte a Mariano, Borgo a Mazzano, Camaiore, Massa di Carrara, Serravezza, Castelnuovo di Garfagnana e Pioppe di Salvaro.
Consacrato pastore nel settembre del 1903, rinunciò all’anno all’estero per entrare subito nell’opera di evangelizzazione. A partire dal novembre di quello stesso anno fu inviato dal Comitato di Evangelizzazione a Revere (Mantova). Durante la sua permanenza in quella località fondò con l’evangelista Benedetto Giudici la chiesa di Felonica Po, curando allo stesso tempo la vasta diaspora mantovana. Al suo arrivo trovò una situazione difficile e di grande povertà: le sue lettere oscillano tra entusiasmo e delusione per le comunità che spesso si ritrovavano in locali di fortuna e il cui numero variava continuamente.
Dopo un anno di richieste di trasferimento, anche per problemi di salute, nell'ottobre del 1906 ottenne di spostarsi a Catania. Dopo un inizio stentato, ottenne buoni risultati nei culti e nelle conferenze, che tenne anche a Siracusa, Pachino, Vittoria, Licata, Grotte e Caltanissetta. Nel 1911 nacque un nucleo evangelico ad Adernò (l'attuale Adrano, in provincia di Catania), per iniziativa di alcuni studenti universitari che avevano udito le conferenze di Fasulo a Catania; vi trovò una buona accoglienza da parte della popolazione e alcune associazioni, ma l’opposizione non tardò a farsi sentire.
Durante la sua permanenza in Sicilia si fece conoscere come predicatore e oratore, tenendo conferenze quasi giornaliere pubblicizzate con grandi manifesti affissi per tutta la città. Si distinse anche per la partecipazione a varie società filantropiche, come quella per la protezione degli animali. Il suo impegno si svolse in diverse direzioni: segretario nazionale delle Scuole domenicali, per le quali redasse un manuale negli ultimi anni di vita, e direttore della rivista «La scuola domenicale», si prodigò, raccogliendo collette, anche per la nascita di un asilo per anziani in Sicilia, che però non poté vedere realizzato.
Scrittore prolifico, nel corso della sua vita collaborò con diverse testate giornalistiche come «La Luce», «L’Écho des Vallées Vaudoises» e il «Il Corriere di Catania».
Dopo il terremoto di Messina del 1908 accorse in aiuto del pastore Pietro Chauvie e di quanti potevano essere salvati, e si prodigò organizzando i soccorsi e i sussidi per gli sfollati e gli orfani.
Nell’ottobre del 1913 venne eletto sovrintendente del distretto della Sicilia e dovette trasferirsi a Palermo, trovando una chiesa in piena crisi. La situazione, già compromessa, non fece che aggravarsi, tra decessi e allontanamenti, anche a causa della guerra.
Nell'ottobre del 1916 chiese il trasferimento, anche per persistenti problemi di salute della moglie, che presentava i sintomi della tisi, a Milano. Anche qui trovò una situazione difficile ma dopo un solo anno di lavoro poté constatare l’aumento della frequenza ai culti e il successo delle conferenze, frequentate da molti non evangelici.
Nel 1918 e nel 1921 tenne diversi cicli di conferenze sulla Chiesa Valdese a Roma e a Londra, per raccogliere fondi. Nello stesso anno venne eletto membro della Tavola Valdese, incarico mantenuto fino al 1922.
Nell'ottobre del 1921 venne trasferito nuovamente a Catania. Oltre a occuparsi delle locali Scuole valdesi, compì visite periodiche a Pachino, Riesi, Caltanissetta, Grotte, Siracusa, Vittoria, S. Maria di Licodia, Piazza Armerina, Floridia e Scicli. In quell’epoca fu colpito da un grave lutto: il figlio Sergio, ufficiale in marina, morì su un sommergibile affondato l’8 agosto 1928 a Pola.
Divenuto sovrintendente del distretto dell’Italia meridionale nell'ottobre del 1928, si trasferì a Napoli, recandosi periodicamente a Chieti, S. Giacomo degli Schiavoni, Salle, Casalanguida, Carunchio, Villacanale, e Schiavi d'Abruzzo. Nel febbraio del 1931 fu costretto a letto a causa di una malattia ma nonostante l’ordine del medico di riposarsi, poco dopo tornò a lavorare assiduamente.
Morì a Napoli il 29 settembre del 1931.
Fonti archivistiche
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 288, Fasulo Giuseppe.
Pubblicazioni principali
G. Fasulo, Parabola del figliuol smarrito e ritrovato: cinque sermoni, Firenze, Claudiana, 1910.
Bibliografia
E. Revel, Giuseppe Fasulo, in «L’Écho des Vallées Vaudoises», n. 39, 2 ottobre 1931.
Necrologio in «La Luce», n. 39, 30 settembre 1931.
E. Comba, Giuseppe Fasulo, in «La Luce», n. 40, 7 ottobre 1931.
G. Spini, Italia di Mussolini e protestanti, Torino, Claudiana, 2007.
R. Salvaggio, Vivere il Vangelo in minoranza, Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2005.
Immagini
- Giuseppe Fasulo - Archivio Fotografico Valdese
- Giuseppe Fasulo con la famiglia nel 1920 - Archivio Fotografico Valdese
- A cura di Sara Tourn