Istituto Comandi
Descrizione
Fu un istituto per l'infanzia abbandonata, fondato da Giuseppe Comandi, la cui opera si avviò quando decise di appoggiare l’attività di Anacleto Lepri, un artigiano evangelico che a titolo personale aveva iniziato a occuparsi dei ragazzi abbandonati del suo rione a Firenze. Il primo locale per accogliere i bambini fu aperto nel 1873 e fu fondata una Società a responsabilità limitata per raccogliere fondi, che fu poi sciolta.
Il progetto che ispirava Comandi era quello di realizzare un asilo che ospitasse bambini orfani e senza famiglia nel quale alla formazione scolastica si accompagnasse quella professionale, che avrebbe consentito ai ragazzi di avere un mestiere.
L’Asilo fu inaugurato nel maggio del 1876 nella sede di via Aretina; la sua attività procedeva nonostante le difficoltà economiche e l’opposizione degli ambienti cattolici e fu costituita anche una casa, coordinata da Baldassarre Nutini, attraverso la quale accompagnare l’uscita dei giovani dall’Asilo. Nel 1877 Comandi fu affiancato nell’opera da Enrico Bianciardi membro delle Chiese Cristiane dei Fratelli – la comunità di via Vigna Vecchia ebbe una rappresentanza nel comitato che si costituì in seguito alla morte del fondatore.
Nel 1895 l’Asilo fu danneggiato da un terremoto, nello stesso periodo fu acquistata non lontano dalla città una villa per farne una scuola di agricoltura, il “Trebbiolo”, che forniva anche introiti economici all’Asilo. Vi era inoltre una colonia marina “l’Ardenza”, presso Livorno.
Nel 1905 l’istituto fu venduto alla Tavola Valdese, insieme alle proprietà del Trebbiolo; in quell’occasione fu stipulata una convenzione che lasciava al Comitato dell’istituto l’uso di tutti i beni e la libertà nella gestione economico-amministrativa. Alla morte di Giuseppe Comandi fu la vedova, Cécile Paroz a occuparsi dell’opera e fu nominato quale direttore Virgilio Sommani.
L’Asilo fu trasferito nel 1909 in una nuova sede, presso una villa in via del Giuggiolo, un poggio in zona periferica, intanto erano state chiuse le scuole interne, mentre l’attività dei laboratori non si era ammodernata ed era stata venduta la proprietà di Pontassieve. Con l’aggravarsi della situazione economica, Cécile Paroz Comandi nel tentativo di risollevare le finanze dell’istituto, fondò in Svizzera la Société pro Istituto Comandi, la quale assunse le funzioni precedentemente svolte dal comitato. Questa società fu tuttavia sciolta nel 1921, quando fu ceduta al Comitato ogni funzione e potere della società; si apriva un rapporto privilegiato con le Chiese Cristiane dei Fratelli.
Nel 1921 Virgilio Sommani diede le dimissioni e al suo posto fu nominato direttore Gino Veronesi; con la sua morte avvenuta nel 1935 a seguire l’istituto fu il prof. Fanelli, da poco divenuto membro del comitato, il quale morì improvvisamente e fu sostituito dalla vedova. La donna lamentò di aver ereditato una situazione assai negativa e cercò di razionalizzare la gestione dell’istituto.
Nel 1945 il comitato cedette tutti i suoi poteri e funzioni al Consiglio dell’Ente morale Opera della Chiesa dei Fratelli. Nello stesso anno Gino Roberti divenne il nuovo direttore, cercò di riorganizzare la vita dell’istituto, tuttavia nel 1948 fu sostituito da V. O Lella che rimase per dieci anni. Dopo di lui si tentò un rilancio dell’opera, anche dietro l’immissione di nuovi capitali. Direttore dell’opera fu Gian Nunzio Artini coadiuvato da Robert McConnell, il quale assunse la direzione effettiva nel 1960, nel 1962 tuttavia lasciò l'istituto; con lui, che fondò Casa Cares, se ne andarono il personale e molti ragazzi. Fra il 1957 e il 1962 furono compiuti numerosi lavori di ammodernamento dell’edificio.
Dopo McConnell fu direttore per due anni dal 1962 al 1964 Mosè Baldari. Nel 1970 Artini fu disponibile ad assumere nuovamente la direzione, affrontando una situazione assai difficile, sia per quanto riguardava la gestione ordinaria dell’istituto sia per quanto concerneva le finanze. Nel 1971 l’istituto fu chiuso, per essere riaperto l’anno successivo, assumendo la condizione giuridica di ente autonomo.
Nel 1977 fu decisa la vendita della proprietà di via Trieste per destinare il ricavo ad altre opere, intanto le funzioni dell’istituto furono assunte dall’Istituto Gould di Firenze.
Fonti archivistiche
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie VIII, Istituto Comandi.
Bibliografia
G. Di Roberto, L’«Asilo» di Giuseppe Comandi nei suoi aspetti pedagogico e religioso, Firenze, Tip. Carpignani e Zipoli, 1923.
A. M. Valdambrini-Dragoni, Un'istituzione a carattere professionale nel XIX secolo: l'Asilo evangelico del dr. Comandi, in «Bollettino della Società di Studi Valdesi», n. 157, luglio 1985, pp.
- A cura di Sara Rivoira