Chiese Cristiane dei Fratelli
Descrizione
Le Chiese Cristiane dei Fratelli costituiscono le eredi delle Chiese Libere, nate in Italia durante il Risorgimento e caratterizzate dalla spiritualità del Risveglio, e prendono il loro nome dai Plymouth Brethren.
Si è soliti indicare come data di nascita dell'evangelismo libero italiano l'anno della conversione del conte Piero Guicciardini, il quale nel 1836, dopo essere entrato in contatto con gli ambienti del cattolicesimo liberale e con la comunità protestante straniera di Firenze, abbandonò il cattolicesimo e cominciò a dar vita a incontri tra italiani che avevano incontrato la fede evangelica. Quando fu costretto all'esilio a causa delle sue idee religiose, scrisse una lunga confessione di cui un estratto testimonia la concezione ecclesiologica:
«Non occorre andare alla Chiesa per pregare, né per rendere grazie al Signore. Anzi, quando volete pregare ritiratevi nella vostra cameretta; dove due o tre sono riuniti nel nome del Signore, ivi Egli è presente ed ascolta (Matt., VI, 6; XVIII, 19 e 20). Rompete il pane e bevete il vino insieme in commemorazione della morte del Signore (I Cor., XI, 26). In tal modo mostrerete la vostra fede nel suo unico sacrificio che non ci è più bisogno di rinnovare, perché già compiuto e perché è perfetto (Ebrei IX, 24-28; X, 10, 12). Andate di casa in casa per rompere il pane. Così facevano tutti i fedeli, tutti i discepoli nei tempi apostolici. Non vi è bisogno per questo né di apparato, né di forma, né di persone speciali. Ciò è buono a sapersi in tempi difficili e di persecuzione come questi, in cui non è permesso alla vera chiesa di avere una organizzazione esteriore. Tutti i fedeli sono sacerdoti al Signore, potendo tutti i fratelli entrare nel Santuario, essendo tutti quanti edificati per essere un sacerdozio santo, ed avendoci Gesù Cristo fatti sacerdoti a Dio (Ebrei, X, 19; I Pietro II, 9;Apoc., I, 6). Il Signore poi manifesterà nell’assemblea i diversi suoi doni e i diversi ministeri: e la Chiesa (non il Papa, né qualunque gerarchia) riconoscerà i doni dello Spirito Santo, e i diversi ministeri, provando gli spiriti per mezzo della Parola, come è espressamente ordinato (I Cor., XII; Ef., IV, 11-13). Or nessuno sia passivo nella ricerca della propria salvezza. Iddio nell’ultimo giorno non chiamerà al rendiconto i mallevadori, cioè non il ministro, non il confessore, non il vescovo, non il papa; ma ciascuno sarà giudicato per conto proprio. Però ciascuno esamini se stesso se veramente è membro di Cristo, e se è lavato nel suo sangue prezioso. L’essere anatema e scomunicato dagli uomini non vuol dire niente; quel che occorre è essere uniti, e una medesima cosa col Signore: quel che occorre è d’esser trovati fedeli, e sapersi nel sangue dell’Agnello»
Centralità del sacrificio di Cristo, radicalizzazione del sacerdozio universale di tutti i credenti (dunque assenza di ministri consacrati, ma solo alcuni "operai" impegnati nel servizio a tempo pieno), ripetizione della Cena del Signore a ogni incontro, rifiuto di ogni forma liturgica, piena comunione con chiunque si dichiarasse "nato di nuovo": questi i principi dei primordi delle Chiese libere.
Piero Guicciardini in Inghilterra entrò in contatto con il movimento separatista dei Brethren, nato agli inizi del secolo a Plymouth in ambienti anglicani ma con forti contatti con i Fratelli moravi: il conte, pur rivendicando sempre l'italianità delle sue chiese (e per questo loro essere più conformi al "carattere degli italiani" rispetto all'alterità dei protestanti francofoni i liberi polemizzavano con la Chiesa Valdese), vi riconobbe i medesimi principi ispiratori che lo avevano sino ad allora mosso. All'apertura delle posizioni di alcuni protagonisti dei Fratelli inglesi si opponeva tuttavia la teologia fortemente apocalittica di John Nelson Darby, legata a una lettura dispesazionalista della Scrittura innervata di una forte polemica sulla apostasia di tutte le Chiese (e dunque sostenitrice della necessità di separarsi dal mondo): in questa dialettica tra "Fratelli larghi" e "Fratelli stretti" si muoverà tutta la storia anche delle Assemblee italiane.
Rientrato in Italia, Piero Guicciardini divenne assieme a Teodorico Pietrocola Rossetti (patriota, evangelista e inngrafo) uno dei leader delle Chiese Libere. Questi infatti era giunto in Piemonte a partire dal 1857, contribuendo all'edificazione di Chiese e dando vita a un giornale, «La vedetta cristiana», che costuituirà il giornale di riferimento del movimento, anche grazie al contribuito di numerosi "operai del Signore" sostenuti dai comitati per l'evangelizzazione stranieri e dalle finanze dello stesso Guicciardini. Le Chiese Libere si espansero rapidamente, entrando in contatto anche con le comunità legate alla predicazione dell'ex frate barnabita Alessandro Gavazzi. Le posizioni erano invero inconciliabili, sia per prospettive politiche sia per quelle ecclesiologiche, tanto che questi diede vita alla Chiesa Cristiana Libera, con un impianto presbiteriano, separandosi dalle Chiese Libere.
In seguito alla morte di Rossetti (1883) e Guicciardini (1886), accrebbe la dipendenza delle Chiese Libere dalle comunità inglesi, al punto di mutarne presto il nome in Chiese Cristiane dei Fratelli o Assemblee dei Fratelli, secondo una dicitura che ne mostra maggiormente il carattere democratico. Giunsero presto in Italia numerosi missionari inglesi e americani, eredi delle tradizioni rigoristiche e separatistiche anglosassoni, accentuandone il biblicismo e rafforzando il ruolo degli "anziani" in seno alle congregazioni. Nacque contestualmente il mensile «Il Cristiano», da allora foglio di riferimento delle Chiese.
Le Chiese dei Fratelli si diffusero anzitutto nel basso Piemonte e nell'Oltrepò pavese oltreché in Toscana. Successivamente, ebbero notevole radicamento in Puglia, specialmente nel Gargano. Oggi sono presenti in tutta Italia, e contano all'incirca duecento chiese.
Bibliografia
S. Jacini, Un riformatore toscano dell’epoca del Risorgimento. Il conte Piero Guicciardini, Firenze, Sansoni, 1940.
D. Maselli, Tra Risveglio e millennio. Storia delle chiese cristiane dei Fratelli 1836-1886, Torino, Claudiana, 1974.
D. Maselli, Libertà della Parola. Storia delle chiese cristiane dei Fratelli 1886-1946, Torino, Claudiana, 1978.
D.D. Ronco, “Per me vivere è Cristo”. La vita e l’opera del conte Piero Guicciardini nel centenario della sua morte, 1808-1886, Fondi, UCEB, 1986.
Piero Guicciardini (1808-1886). Un riformatore religioso nell'Europa dell'Ottocento, a cura di Lorenza Giorgi e Massimo Rubboli, Firenze, Leo S. Olschki, 1988.
D.D. Ronco, «Crocifisso con Cristo». Biografia di Teodorico Pietrocola Rossetti, Fondi, UCEB, 1991.
La chiesa “degli italiani”. All'orgine dell'evangelismo risvegliato in Italia, a cura di Alessandra Pecchioli, Chieti-Roma, Ed.GBU, 2010.
- A cura di Simone Maghenzani