Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Alberto Fuhrmann

Alberto Fuhrmann (15 giugno 1887 – 14 novembre 1967), pastore valdese e della Chiesa evangelica italiana di Zurigo e Basilea, durante la Prima guerra mondiale fu cappellano militare.

Biografia

Nato a Torino, era figlio di Giuseppe e Maria Luigia Stetzer, sposò Augusta Meille (figlia di Augusto Meille, morta il 25 luglio 1979) con la quale ebbe Daniele (nato il 27 novembre del 1919, ingegnere chimico, che morì a soli 35 anni per una malattia contratta in Camerun, il 6 gennaio del 1955).

Compì studi commerciali a Torino, poi frequentò l’Istituto Missionario di St. Chrischone (Basilea), diventando in seguito per alcuni anni missionario-evangelista a Marburg (Germania).

Dal 1913 al 1915 frequentò la Facoltà valdese di Teologia a Firenze, sostituendo i pastori nei periodi estivi a Zurigo (1914) e a Livorno (1915). In qualità di pastore in prova fu inviato a Palermo e poi a Riesi (1915-1916).

Chiamato alle armi nel febbraio 1916 come soldato di sanità, alla fine dell’anno venne assegnato alla II armata per affiancare il cappellano Eli Bertalot.

Nel maggio del 1917 fu nominato cappellano, sempre per coadiuvare Bertalot sul fronte carsico, e in agosto passò alla I armata, sostituendo Giovanni Bonnet e seguendo anche la vicina VI armata. Nell’estate del 1918 iniziò ad occuparsi della cura spirituale dei prigionieri austro-ungarici protestanti sparsi in tutta Italia, su richiesta del Ministero, accanto ai pastori Guglielmo Del Pesco e Arnaldo Comba, che già svolgevano questo compito dal 1917.

Consacrato nel 1919, fu pastore a Pescolanciano, Orsara di Puglia e Castel di Sangro (1919-1920).

Durante la sua permanenza in Puglia dovette affrontare diversi problemi legati all’inadeguatezza dei locali di culto, all’emigrazione dei giovani e all’anticlericalismo.

Nel 1920 venne trasferito alle Valli Valdesi, dove si occupò delle comunità di Rodoretto (1920-23), Rorà (1923-1926) e Prali (1926-1931). In queste due ultime sedi, diede un forte impulso all’istruzione elementare: nella prima riaprì le Scuole valdesi di Rumer e Fucine, chiuse per regio decreto; nella seconda, con l’impegno congiunto del Concistoro e della Tavola Valdese, integrò il corso delle elementari, che si limitava ai primi tre anni, con due anni supplementari, permettendo così ai più meritevoli di proseguire gli studi.

Trasferito a Pisa nel 1931, rimase in quella località fino al 1935, occupandosi inoltre delle comunità di Siena, Lucca, Viareggio, Barga, in collaborazione con i pastori locali e cercando la collaborazione della Chiesa Metodista e di quella anglicana.

Chiamato inaspettatamente come secondo pastore di Torre Pellice nell’ottobre del 1935, vi rimase per un anno. A partire dal 1936 fino all’emeritazione, fu infatti pastore in missione nella Chiesa evangelica italiana di Zurigo e Basilea.

Durante la sua permanenza in Svizzera, si adoperò per rafforzare la comunità di lingua italiana di Zurigo, località in cui risiedevano all'incirca diecimila italiani. In breve tempo riuscì a aumentare il numero dei membri della comunità, attuando al tempo stesso la collaborazione con le altre chiese della città.

Nel marzo del 1937 la comunità trovò una nuova sede nella chiesa di Wiedikon, già sfruttata per altre funzioni e attività religiose: essendo il quartiere abitato da molti italiani e ticinesi, la nuova collocazione le diede maggiore visibilità. Nello stesso anno assunse ufficialmente il nome di Chiesa evangelica di lingua italiana (Waldensenwerk).

Fu uno dei promotori, insieme al pastore Guido Rivoir, del periodico “Voce evangelica”, il cui primo numero uscì nel 1939, unica rivista evangelica in lingua italiana della Svizzera, che diresse per diversi anni.

La Seconda guerra mondiale non comportò, pur ostacolandoli, l’interruzione dei rapporti epistolari ed economici con la Chiesa Valdese in Italia, attraverso lettere periodiche al moderatore, ma anche collette per le famiglie bisognose e invii di vestiti.

Nel gennaio del 1953 chiese l’emeritazione dopo trentacinque anni di servizio per motivi di salute, ma continuò ad aiutare i pastori Guido Rivoir a Lugano e Franco Sommani a Como.

Morì a Mendrisio (Canton Ticino) il 14 novembre del 1967.

Fonti archivistiche

Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 365, Fuhrmann Alberto.

Bibliografia

Necrologio in «L’Eco delle valli valdesi», n. 46, 24 novembre 1967. spazio
N.G., Ricordando il pastore Alberto Fuhrmann, in «L’Eco delle valli valdesi», n. 47, 1 dicembre 1967. spazio
G. Rochat, Note sui cappellani evangelici 1911-1945, in La spada e la croce. I cappellani italiani nelle due guerre mondiali. Atti del XXXIV Convegno di studi sulla Riforma e i movimenti religiosi in Italia (Torre Pellice, 28-30 agosto 1994), a cura di G. Rochat, «Bollettino della Società di Studi valdesi», n. 176, dicembre 1995, pp. 151-162.spazio
G. Rochat, I cappellani valdesi, monografie edite in occasione del XVII febbraio, Torino, Claudiana, 1996.

Immagini

  • A cura di Sara Tourn
  • Stampa questa pagina Stampa questa pagina
  • Invia questa pagina Invia questa pagina