Vincenzo Trobia
Vincenzo Trobia (18 dicembre 1853 – 27 febbraio 1929), capomastro, convertitosi al protestantesimo fu maestro e evangelista della Chiesa Valdese.
Biografia
Nato a Caltanissetta, entrò giovanissimo in una ditta edile raggiungendo in breve tempo la qualifica di capomastro. Sposò la giovane Carmela Gurrera con la quale ebbe quattro figlie, che svolsero tutte l'attività di maestra nelle Scuole valdesi: Luigina (1878, moglie del pastore valdese Gerolamo Moggia), Vincenza (1880), Maria (1885) e Concetta (1888). Nacquero poi due figli maschi: Pasqualino Vittorio (1890 – 1917, evangelista della Chiesa valdese e per alcuni anni coadiutore del pastore Giuseppe Fasulo a Catania) e Arturo (1894, maestro).
Convertitosi al protestantesimo e entrato in contatto con il pastore Matteo Prochet, venne assunto in primo tempo dal Comitato di Evangelizzazione come lettore biblico e poi, a partire dal 1883, come evangelista. Nel 1884 iniziò a studiare per ottenere la patente d’insegnamento e diventare maestro. Dopo due tentativi infruttuosi nel 1887 e 1888, nell’estate del 1889 riuscì a superare la maggior parte degli esami. Agli esami di riparazione in ottobre, il cattivo esito di calligrafia rischiò però di inficiare tutto. La questione si protrasse per diverso tempo, e solo grazie all’intervento di Matteo Prochet presso il ministro della Pubblica Istruzione Paolo Boselli gli fu concesso di fare il tirocinio prima di avere l’idoneità, e poi riparare l’unico esame non superato. Trobia iniziò quindi a insegnare in una Scuola valdese, e nel 1890 ripetè l’esame di calligrafia, che ebbe esito positivo. Il punteggio ottenuto lo dispensò dal secondo anno di tirocinio.
Aprì quindi una Scuola valdese a Vittoria, con quaranta bambini, e una scuola serale per adulti, con settanta allievi. Nel 1896 si verificò la medesima situazione: fallito l’esame di canto e pedagogia in luglio, arrivato in ritardo per quelli di ottobre, incontrati altri problemi l’anno successivo (con un nuovo intervento di Matteo Prochet e del senatore Enrico Soulier presso il Ministro), nell’ottobre 1897 ottenne la patente di insegnamento superiore. L’attività di maestro, che svolse con estrema dedizione – curando ogni aspetto, dalla costruzione delle scuole, al reperimento di arredi e materiali didattici, alla ricerca e allla formazione delle maestre – fino alla fine della vita, era però soltanto uno degli aspetti della sua attività.
Altrettanto proficua fu infatti la sua azione come evangelista. Dal 1883 al 1887 affiancò il pastore Stefano Revel nella nativa Caltanissetta, dove si dedicò non solo della Scuola Domenicale ma anche della cura dei piccoli nuclei evangelici di Agira, Campobello e Castrogiovanni. A Caltanissetta si occupò inoltre di aprire una scuola serale per una trentina di adulti, muratori in parte analfabeti, per l’insegnamento di geometria e elementi di muratura.
Nel novembre del 1887 venne trasferito a Vittoria (Ragusa), località dove si occupò dell'edificazione per la costruzione del nuovo tempio e dove rimase fino all'aprile del 1889, anno in cui venne destinato alla comunità valdese di Catania. Anche in quest'ultima città si dedicò alla supervisione dei lavori di costruzione del tempio, che si conclusero alla fine di quello stesso anno.
In seguito venne trasferito nuovamente a Vittoria, località in cui divenne per un breve periodo coadiutore del pastore Enrico Vinay e dove aprì una piccola scuola diurna, sorta anche grazie al contributo dell'evangelista e colportore Gioacchino Arnao. A partire 1892, la scuola venne affidata alle cure della maestra Teresa Banchetti, sorella del pastore Giuseppe Banchetti. Predicatore ardente, nel corso degli anni trascorsi a Vittoria si occupò di visitare località come Noto, Avola, Siracusa, Floridia, Ragusa e Modica.
Trasferito a Grotte (Agrigento) nell’agosto 1896, vi rimase fino al maggio dell'anno successivo occupandosi ancora una volta di supervisionare i lavori di costruzione del tempio, inaugurato nel giugno 1897. Allo stesso tempo si occupò delle scuole diurne, con un centinaio di alunni, della Scuola domenicale e dei culti, dovendo inoltre far fronte alla crescente ostilità del locale clero cattolico. Nell’estate del 1897 venne destinato alla comunità di Riesi (Caltanissetta), dove si occupò del rifacimento della locale Scuola valdese. Nel novembre di quello stesso anno, infine, venne trasferito a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), dove vi rimase fino al novembre del 1904. Durante la sua permanenza in quella località, si dedicò al potenziamento delle diverse attività ecclesiastiche, riuscendo allo stesso tempo a aumentare il numero dei membri della chiesa, che in breve tempo passarono da undici a ventisei. Allo stesso tempo, Trobia estese la sua opera in alcune zone limitrofe come Milazzo, Spadafora, Venetico, Roccavaldina e Falerna, località in cui si dedicò all'organizzazione di culti serali quotidiani. In quegli stessi anni si occupò inoltre di costruire o ristrutturare gli edifici di culto in diverse località siciliane come Riesi, Vittoria, Caltanissetta e Grotte.
Deciso a edificare un locale di culto a Barcellona Pozzo di Gotto, nel 1900 cercò di acquistare l’Oratorio di San Filippo Neri, ormai in disuso e in mano a un privato che però si rifiutò di cedere la proprietà a dei protestanti. Il netto rifiuto spinse la comunità evangelica a prendere in affitto un locale più modesto che però venne abbandonato nel 1904, anno in cui si decise di erigere un piccolo tempio, inaugurato nel novembre di quello stesso anno.
In seguito venne trasferito a Pachino (Siracusa), dove dovette fin da subito far fronte non solo a una profonda crisi del settore viticolo, principale fonte di reddito della popolazione , ma anche a una massiccia emigrazione dei giovani e delle famiglie verso l'America del Nord e l'Africa. Deciso a migliorere le condizioni della locale comunità evangelica, si prodigò nella creazione di una Scuola domenicale, di una classe di catechismo e di una piccola scuola di canto. Allo stesso tempo, Trobia aprì un asilo infantile e un corso serale preparatorio per le scuole tecniche, che ebbe notevole successo, con l’iscrizione di ottanta operai, divisi in tre classi. L’asilo infantile, frequentato da quaranta bambini, fu appoggiato anche delle autorità municipali. A pochi mesi dal suo arrivo in quella località, inoltre, Trobia si mise all’opera per rendere più salubri la casa pastorale e il tempio che venne demolito nel 1905 per lasciare spazio a un nuovo locale di culto. Sempre in quegli anni, si occupò inoltre di alcuni lavori nel tempio (1907) e nelle scuole (1912) a Riesi.
Nel luglio 1906 un gruppo di pachinesi chiese al Comitato di Evangelizzazione la riapertura della scuola elementare che venne riattivata attivata l’anno seguente. Nel 1910 gli allievi delle scuole di Pachino, dai quattro ai quindici anni, superavano le duecento unità, con la presenza di cinque fra maestre e sottomaestre oltre allo stesso Trobia. Quasi tutti frequentavano anche la Scuola domenicale, cui partecipava anche un buon numero di allievi delle scuole comunali.
Nel novembre del 1919 venne trasferito nuovamente a Vittoria, con cura delle realtà evangeliche di Licata, Comiso e Terranova. Fra la primavera e l’estate dell'anno successivo effettuò i lavori di risanamento e ampliamento dell’edificio che comprendeva tempio, scuola e casa pastorale; la scuola fu riaperta in settembre con cinque classi elementari, dove poi trovarono impiego anche le figlie Vincenzina e Maria.
Continuò inoltre a occuparsi delle scuole e dei lavori edilizi per la chiesa anche dopo l’emeritazione, sebbene colpito da arteriosclerosi. Nell’estate 1925 fu prima a Grotte per seguire la costruzione della casa pastorale e poi a Palermo per la costruzione del tempio. A partire dall'anno successivo si occupò invece delle comunità di Pachino, Palermo e Caltanissetta. Alla fine del 1927 fu assegnato a Vittoria il giovane candidato pastore Ermanno Genre, che sarebbe morto tragicamente nel 1932. In attesa del suo arrivo, Trobia continuò a occuparsi della comunità, delle scuole, visitando allo stesso tempo gli evangelici di Scoglitti, Terranova e Licata.
Morì a Vittoria (Ragusa) il 27 febbraio 1929.
Fonti archivistiche
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 181, Trobia Vincenzo.
Bibliografia
S. Colucci, Vincenzo Trobia, in «La Luce», n. 10, 6 marzo 1929.
- A cura di Sara Tourn