Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Michele Morel

Michele (Michel) Morel (24 gennaio 1819 – 6 febbraio 1882), pastore valdese, fu uno dei primi e più motivati promotori dell’emigrazione valdese in Sud America; dopo aver operato alle Valli valdesi, fu il primo pastore di Colonia Valdense (Uruguay).

Biografia

Nato a Rorà, era figlio di Jean Daniel e Maria Tron. Dopo aver completato il suo percorso formativo nelle Valli valdesi, si traferì prima a Ginevra e poi a Losanna per dedicarsi agli studi teologici. Consacrato nel dicembre del 1844, fu pastore per tre anni a Rodoretto (1848-1850) e in seguito per dieci anni nella nativa Rorà (1850-1859).

Nel 1847 sposò Vittorina Jourdan con la quale ebbe Ernesto (1848), Lucilla (1849), Emma (1856), Clara (1859) e Jenny, nata nell'ottobre del 1860 in Sud America.

Fu uno dei pochi pastori che appoggiarono fin dall’inizio l’emigrazione valdese in sud America, vista come possibilità per la popolazione che alle valli viveva in grande povertà; entrato in contatto con un certo Le Long, inviato dal governo argentino, dopo averne letto un articolo comparso nel 1855 sulla «Gazzetta del popolo» che promuoveva l’invio di coloni per coltivare le terre sudamericane, si informò sulle condizioni poste (veniva anticipato il biglietto di viaggio, oltre alle sementi, il bestiame, una porzione di terreno e un’abitazione). Avviò quindi una campagna a favore dell’emigrazione, raccogliendo somme di denaro da consegnare all’agente come garanzia. Incontrò però una forte opposizione e il progetto fallì, costringendolo a restituire il denaro raccolto.

Solo con l’intervento del reverendo inglese Frederick Henry Snow Pendleton, che raccolse i fondi e lanciò un appello per la partenza, Morel - fatte ripetute richieste alla Tavola Valdese - partì per guidare spiritualmente la nuova colonia valdese dell’Uruguay, che fino a quel momento non aveva avuto pastore, e fu l’unico fino al 1869.

Imbarcatosi il 25 gennaio 1860 con l’anziano padre, la moglie e quattro bambini, sbarcò a Montevideo il 26 aprile dello stesso anno. Da lì partì per recarsi alla colonia del Rosario orientale insieme al vice presidente della Società agricola di quella regione, e giunse a La Paz il 6 maggio. Fu accolto con entusiasmo dagli abitanti e da Jean Pierre Baridon, che fino ad allora era stato la guida spirituale della comunità e aveva chiesto con insistenza l’invio di un pastore.

Morel si mise all’opera organizzando la comunità, il Concistoro, i culti, il catechismo e le Scuole Domenicali e cercando di imporre la disciplina e uno stile di vita ordinato e onesto. Il 15 settembre la colonia diventò Comune riconosciuto dal governo, formato da 34 famiglie (182 persone), ma in continuo aumento per la forte immigrazione. Nel marzo 1861 aprì la Scuola valdese, con 46 alunni.

Morel incontrò ben presto forti difficoltà, per i contrasti con Baridon, con il direttore della colonia e con altri coloni influenti; lo stesso Pendleton si schierò con gli oppositori, contribuendo al clima di sfiducia e tensione, e a Morel mancò anche un appoggio ufficiale della Tavola.

Principale motivo di contesa era il luogo in cui costruire il tempio: alcuni (tra cui Morel) volevano che fosse edificato a La Paz, località marginale della colonia, la maggioranza preferiva un luogo più centrale. Morel disse che le autorità governative avrebbero concesso di costruirlo solo a La Paz. Pendleton non accettò e raccolse i fondi per comprare un terreno e costruirvi il tempio e la scuola. Dato che poi il governo diede un formale permesso, Morel fu accusato d’inganno, e di avere ottenuto la chacra di sua proprietà dalla Società agricola, in cambio dell’edificazione del tempio.

La situazione s’inasprì ulteriormente quando Pendleton, che fino ad allora aveva provveduto allo stipendio del pastore, dichiarò che mancavano i fondi: i coloni si impegnarono a coprire la spesa a seconda delle possibilità di ognuno, ma la contesa sul tempio peggiorava, e parte dei coloni rifiutò di pagare. A quel punto Morel ricorse a un provvedimento senza precedenti, introducendo una tariffazione per ogni battesimo, matrimonio o funerale celebrato.

Per mettere pace nella comunità, il moderatore Pietro Lantaret vi si recò nell’estate del 1869, constatando tra l’altro che la cattiva salute di Morel gli impediva di celebrare regolarmente i culti. Si decise di costruire un secondo tempio, e che Morel avrebbe dato le dimissioni chiedendo il pensionamento dal settembre del 1870.

Fu quindi sostituito dal pastore Jean Pierre Michelin Salomon, che però non rimase a lungo nella comunità, trasferendosi insieme ad alcune famiglie di Colonia Valdense negli Stati Uniti nel febbraio del 1875. La comunità rimase senza pastore per alcuni anni, fino all’arrivo di Giovanni Daniele Armand Ugon nel novembre del 1877, che riuscì a riportare la concordia.

Duramente provato dai contrasti, dai problemi di sussistenza, dal clima sfavorevole che ne aveva minato la salute, già precaria prima della partenza, Morel non poté tornare in patria, pur desiderandolo, in quanto, se a Colonia possedeva una piccola fattoria in cui lavoravano anche i figli, in Italia non possedeva più alcun bene. Negli ultimi anni la sua vita fu funestata dalla morte di tre figli (l’unico maschio nel 1873, una delle figlie nel 1876 e la figlia minore, Jenny, nel 1877), ma malgrado ciò e i problemi di salute, continuò a presiedere alcuni culti a La Paz.

Morì il 6 febbraio del 1882.

Fonti archivistiche

Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie V, Lettere Ricevute (dal 1858 al 1870).

Pubblicazioni principali

M. Morel, Lettre aux vaudois sur la souveraineté des eglises, Pinerolo, Imprimerie de Paul Ghighetti, 1848.

Bibliografia

M. le Pasteur Morel, in «Le Témoin», n. 19, 12 maggio 1882.spazio
N. Tourn, I valdesi in America, Torino, Unione Tipografico-Editrice, 1906.spazio
E. Tron, Miguel Morel, in «Boletin de la Sociedad Sudamericana de Historia Valdense», n. 2, agosto 1936, pp. 5-94.spazio
E. Tron, I valdesi nella regione rioplatense, in «Bollettino della Società di Studi Valdesi», n. 89, 1949, pp. 46-77.spazio
T. G. Pons, Jean Pierre Baridon, un pionnier de notre émigration, in «Bollettino della Società di Studi Valdesi», n. 96, novembre 1954, pp. 23-44; n. 97, maggio 1955, pp. 58-78; n. 99, agosto 1956.spazio
E. Tron, E. H. Ganz, Historia de las colonias valdenses sudamericanas en su primer centenario (1858-1958), Colonia Valdense, Libreria Pastor Miguel Morel, 1958.spazio
E. Ganz, E. Rostan, Il centenario della colonizzazione valdese nel Rio de la Plata, Monografie edite in occasione del 17 febbraio,Torre Pellice, Società di Studi Valdesi, 1959.spazio
V. Vinay, Storia dei Valdesi, III. Dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico, Torino, Claudiana, 1980, pp. 205-221.spazio
M. Dalmas, I Valdesi nel Rio della Plata, Monografie edite in occasione del 17 febbraio,Società di Studi Valdesi, Torre Pellice, 1982.spazio
B. Bettetini, L’emigrazione dei Valdesi in Sudamerica, tesi di laurea, discussa all'Università degli Studi di Torino, Facoltà di Magistero, Corso di Laurea in Pedagogia, relatore C. Caldo, A.A: 1994-1995.spazio
G. Ballesio (a cura di), I valdesi nel Rio de la Plata (1858-2008). Modelli di emigrazione, Atti del XLVIII Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia (Torre Pellice, 30-31 agosto 2008), «Bollettino della Società di Studi Valdesi», n. 204, giugno 2009.

  • A cura di Sara Tourn
  • Stampa questa pagina Stampa questa pagina
  • Invia questa pagina Invia questa pagina