Pietro Mariani
Pietro Mariani (4 maggio 1847 - 27 dicembre 1914), sacerdote e professore, divenuto evangelico fu pastore della Chiesa Cristiana Libera ed evangelista della Chiesa valdese.
Biografia
Nato a Castiglione d’Adda (Milano), era il primo degli undici figli di un commerciante. Dopo le scuole elementari, il padre avrebbe voluto avviarlo al commercio, ma il ragazzo desiderava diventare prete, e s’iscrisse al ginnasio di Lodi. A diciassette anni, dovendo mantenersi agli studi a causa del tracollo finanziario del padre, grazie all’interessamento dei professori divenne prefetto nell’Istituto per Sordomuti di Lodi.
Diplomato e conclusi i quattro anni di seminario, fu ordinato sacerdote, continuando a lavorare con i sordomuti al Regio Istituto di Milano, ottenendo poi il diploma di professore per sordomuti e diventando in seguito direttore dell’Istituto di Lodi.
Raggiunta una solida posizione professionale ed economica, ebbe una crisi spirituale e dedicatosi alla lettura e allo studio della Bibbia iniziò a predicare ai suoi alunni ciò che aveva appreso riguardo alla giustificazione per fede. Accusato di eresia, espulso dall’istituto e ridotto sul lastrico, si trasferì a Milano.
Passando di fronte a un locale, ne udì uscire “un dolce canto”, vi entrò e scoprì gli evangelici, di cui fino ad allora aveva ignorato l’esistenza. Espressa al pastore Giovanni Davide Turino la volontà di diventare studente o colportore nella Chiesa valdese, ne fu scoraggiato e si perse d’animo.
Ottenne intanto l’insegnamento di latino e italiano al ginnasio e alle scuole tecniche di Revere (Mantova), ma venuto a sapere che la Chiesa Cristiana Libera l’avrebbe accolto, a patto che studiasse teologia a Pisa, concordò con il direttore del ginnasio di trovare un sostituto e a metà anno scolastico si trasferì a Pisa.
Per un anno si dedicò interamente allo studio, e nel 1873 fu riconosciuto ministro in prova. Destinato a Milano, dovette subito partire per Luserna San Giovanni per una sostituzione di un paio di settimane, che diventarono in realtà due anni (1874 - 1876).
Nel 1875 sposò Laudice Capponi, di Pistoia, con la quale ebbe tredici figli, di cui cinque morti in tenera età. Tra di essi si ricordano Virgilio, che aiutò il padre occupandosi della Scuola domenicale e dei culti, e Nannina, che nell’agosto 1901 sposò Pasquale Lo Re di Livorno, giunto a Bari nell’aprile 1899, avvocato ed evangelista a Orsara e ben presto coadiutore dello stesso Mariani.
Trasferitosi a Bologna nel 1876, vi rimase quattro anni, per poi essere inviato prima a Napoli (1880-1882) ed infine a Bari a partire dal novembre del 1882. In quella località trovò una piccola congregazione che in una decina d’anni raddoppiò, ed estese la sua attività a numerose località della Puglia.
In quello stesso periodo, per la sua conoscenza dell’inglese e del francese fu anche collettore e rappresentante della Chiesa Cristiana Libera in Inghilterra e Svizzera.
Nel marzo del 1895 scrisse a Matteo Prochet, presidente del Comitato di Evangelizzazione della Chiesa valdese, di sentire il dovere di lasciare la Chiesa Cristiana Libera, senza spiegare le motivazioni, se non dicendo che erano le stesse dell’amico e collega Damiano Borgia. La comunità di Bari, sorta per sua iniziativa, era pronta a seguirlo. Il passaggio alla Chiesa valdese fu tutt’altro che indolore: seguirono mesi di tensioni e minacce per riportare lui e la comunità sui suoi passi.
Nel corso del suo ministero, prima nella Chiesa Cristiana Libera e poi in quella valdese, Mariani raggiunse un numero impressionante di località: Bitonto, Bitritto, Capurso, Carbonara, San Michele, Casamassima, Conversano, Grumo Appula, Margherita di Savoia, Modugno, Montrone, Nardò, Noci, Noicattaro, Palese, Putignano, Sannicandro, Santo Spirito, Turi, Triggiano e Valenzano.
A cavallo del secolo si aggiunsero: Brindisi, Campobasso, Chieuti, Foggia, Gallipoli, Gioia del Colle, Molfetta, Monopoli, Palo del Colle, e poi Ginosa (1903), Falerna, Taranto (1904) ed infine Grottaglie (1912).
La situazione generale dell'area in cui operò era di grande miseria: oltre allo stato d’ignoranza e superstizione, la situazione economica era critica, con richieste di aiuto da parte di molti capifamiglia rimasti senza lavoro, e rivolte popolari contro l’aumento del prezzo del pane.
Nell’agosto del 1909, ripresosi da un forte attacco di malaria, si trasferì a Taranto. Qui si dedicò con impegno alla nuova comunità, reintroducendovi il canto e accrescendo il numero dei membri. Nell’inverno 1913-14 una bronchite lo indebolì, costretto a letto per tre mesi fu sostituito dal figlio Virgilio, da suo genero e da suo cognato. Nell’estate, dopo un’apparente guarigione, fu di nuovo costretto a letto. Il 20 novembre scriveva, nell’ultima lettera, «i medici e la mia famiglia sono unanimi nel ritenere che io sono in continuo miglioramento. In quanto a me mi sono rimesso completamente alla volontà di Dio, sempre buona, accettevole e perfetta, e sono contento e felice nello stato in cui mi trovo».
Morì a Taranto il 27 dicembre 1914. I funerali furono celebrati da Pasquale Lo Re; tra i molti che gli resero omaggio, diverse logge massoniche.
Fonti archivistiche
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 250, Mariani Pietro.
Bibliografia
P. Lo Re, Pietro Mariani, «La Luce», n. 1, 7 gennaio 1915.
C. A. Tron, Nos deuils, «L’Écho des Vallées», n. 2, 8 gennaio 1915.
V. Vinay, Storia dei Valdesi, III. Dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico (1848-1978), Torino, Claudiana, 1980.
- A cura di Sara Tourn