Ljudevit Vuli?evi?
Ljudevit (Ludovico) Vuli?evi? (Vulicevic) (30 settembre 1839 – 27 luglio 1916) missionario francescano, scrittore, patriota slavo, divenuto evangelico fu pastore valdese.
Biografia
Nacque a Cavtat (Ragusa vecchia), figlio illegittimo, la madre lo indirizzò verso il convento e la vita religiosa. A quindici anni, nel 1854, vestì l’abito francescano passando al convento dei Frati Minori Osservanti a Ragusa. Vi rimase due anni, nel 1856 fu inviato a compiere il periodo di noviziato in Italia a Barbarano Vicentino.
Nel 1862 fu consacrato sacerdote dal Vescovo nel Duomo di Brescia. Nello stesso anno ritornò a Ragusa ma non riuscì a integrarsi nell’ambiente del convento e nel 1865 venne trasferito a Scutari con l’incarico di maestro elementare nel Collegio albanese della città. Più tardi, con l’incarico di segretario, seguì il Vescovo Curcija ad Alessandria d’Egitto dove Curcija era diventato arcivescovo di Irenopoli.
Vuli?evi? restò in Egitto solo un anno. Per aiutare la madre chiese il rientro in Italia e la secolarizzazione, in modo da trovarsi un’occupazione, tuttavia le lungaggini della burocrazia pontificia lo esasperarono, così che nei primi mesi del 1867 partì dall’Egitto per l’Italia. Con la sua fuga rischiò di ricevere una censura ed essere dichiarato apostata dell’ordine, ma il 18 dicembre 1867 il Patriarca Trevisanato impartì a Vuli?evi? l’assoluzione della censura.
Nel corso del 1868 fu accolto nella Diocesi di Concordia-Pordenone e si stabilì a Savorgnano presso San Vito al Tagliamento (PN). Dopo pochi mesi ottenne di essere trasferito a Pordenone, dove giunse nel dicembre del 1868. Qui divenne aiutante del parroco Don G. Zille presso la parrocchia di San Giorgio. Nel frattempo chiese di esser naturalizzato italiano. Con l’aiuto del sindaco Vendramino Candiani mise in piedi una “Società di giovani avente per fine lo studio di retorica e di lingua italiana”, con due lezioni settimanali gratuite. Scrisse a Niccolò Tommaseo (con il quale era in buoni rapporti) consigli su come impostare la scuola: «un buon consiglio circa il metodo da tenersi e di volgere a questi giovani una potente parola d’incoraggiamento a far bene, a farsi superiori a quelle critiche con cui gli impotenti ed ignoranti li vorrebbero allontanare dal sentiero buono», un impegno di elevazione morale e sociale, oltre che culturale.
Nel 1871 Vuli?evi? figura tra i soci della Società Operaia di Pordenone, fu con certezza a Pordenone tra il dicembre del 1868 e l’inizio del 1871.
Dopo circa un anno e mezzo di permanenza in città gli furono avanzate dure accuse dal clero locale, tra cui quella di «essere deciso di scrivere contro l’infallibilità pontificia, di aver già il progetto di istituire una Chiesa Evangelica in Pordenone, di essere un repubblicano seguace di Giuseppe Mazzini e delle massime dell’ex frate Lutero di mettere in ridicolo l’infallibilità del Pontefice, di negare la possibilità dei miracoli del Vecchio e del Nuovo Testamento».
Il 20 settembre 1870 venne sospeso a divinis dal Patriarca di Venezia Trevisanato, lo stesso giorno da una finestra della stazione ferroviaria di Pordenone, Vuli?evi? inneggiava all’unione di Roma al Regno d’Italia, suscitando uno fragoroso applauso nella folla che riempiva il piazzale ferroviario.
Nel 1882 entrò in contatto con Sofia Hermann, appartenente alla comunità elvetica di Trieste. Grazie al suo intervento, Vuli?evi? si mise in comunicazione con Matteo Prochet, presidente del Comitato di Evangelizzazione della Chiesa Valdese. Accettata la proposta di entrare in servizio in quella chiesa, affiancò il pastore Giosuè Tron a Venezia. In seguito, in qualità di evangelista, fu inviato a Mantova (1883-1885), Brescia (1885-1889), Torino (1889-1891), Napoli (1891-1896), Rocca Imperiale (1896-1897).
Nel 1897 venne inviato a Taranto, dove restò per diciannove anni. Durante la permanenza in Puglia svolse una notevole attività evangelistica, estesa a tutta la regione. Nel 1898 entrò in contatto con Saverio Fera e tentò senza successo di abbandonare la Chiesa valdese per entrare entrare a far parte della Chiesa Cristiana Libera.
In quegli stessi anni continuò a pubblicare numerosi testi religiosi, rivolti ai suoi connazionali slavi. Nel 1906 gli venne offerta la direzione del neonato periodico «La Luce», che però non di sentì di accettare.
Inviato a Napoli nel gennaio del 1916, morì in quella città il 27 luglio di quell'anno.
Fonti archivistiche
Archivio Storico del Comune di Pordenone.
Archivio della Curia Vescovile, Diocesi Concordia-Pordenone.
Archivio della Società Operaia di Mutuo Soccorso Istruzione Pordenone.
Archivio della Curia Arcivescovile di Venezia.
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, Cartella Vulicevic Ludovico.
Archivio della Chiesa Evangelica Italiana (in ATV), Serie Corrispondenza, Sottoserie Lettere Personali, cartella 165, Vulicevic Ludovico.
Pubblicazioni principali
L. Vulicevic, Partiti politici in Italia. Pensieri di Lodovico Vulicevic, Pordenone, 1869.
L. Vulicevic, Una nuova tentazione pel Governo Italiano. Discorso di Lodovico Ab. Vulicevic, Pordenone, 1870.
L. Vulicevic, La religione del prete e il popolo, Trieste, 1871.
L. Vulicevic, Partiti e lotte in Dalmazia, Trieste, Tip. Del Tergesteo, 1875.
L. Vulicevic, Slavi e Italiani dal Judri al Quarnero, Trieste, 1877.
L. Vulicevic, Le tentazioni di Gesù, Taranto 1897.
L. Vulicevic, Leggendo l’Ecclesiaste, Roma-Torino, Roux e Viarengo, 1904.
L. Vulicevic, Le Chiese evangeliche. Che cosa sono? Che cosa vogliono?, Bari, 1907.
Bibliografia
V. Candiani, Ricordi Cronistorici, 1902.
E. Jandola, Lodovico Vulicevic, in «La Luce», n. 31, 3 agosto 1916.
G. D. Buffa, Lodovico Vulicevic, in «L'Echo des Vallées», n. 32, 11 agosto 1916.
A. Tamborra, Ljudevit Vulicevic tra Slavia e Italia, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1986.
G. Spini, Studi sull’evangelismo italiano tra Otto e Novecento, Torino, Claudiana, 1994.
G. Carrari, Protestantesimo a Trieste dal 1700 al 2000, Trieste, LINT, 2002.
G. Spini, Italia liberale e protestanti, Torino, Claudiana, 2002.
- A cura di Enzo Pagura