Piero Guicciardini
Piero Guicciardini (21 luglio 1808 – 23 marzo 1886) uomo politico, filantropo, riformatore religioso e collezionista. Tra i fondatori delle Chiese libere poi Chiese Cristiane dei Fratelli.
Biografia
Nato a Firenze, era figlio del conte Francesco e dalla marchesa Elisabetta Pucci. Appartenente a una delle maggiori casate dell'aristocrazia toscana di cui era stato esponente di spicco lo storico Francesco Guicciardini (1483-1540), ricevette educazione propria al suo rango nella Firenze della Restaurazione.
Allievo dell'Istituto fiorentino di istruzione, dal 1825 al 1829 frequentò la scuola di San Giovannino retta dai Padri Scolopi. Già da giovane era ben inserito nella vita culturale cittadina: sin dal 1828 fu associato all'Antologia e al Gabinetto scientifico-letterario di G.P. Vieusseux, mentre l'anno successivo risultò tra i fondatori della Cassa di risparmio di Firenze, in collaborazione con Gino Capponi, Cosimo Ridolfi e Raffaello Lambruschini. Erede di una cospicua tenuta a Cusona (San Gimignano), nel 1830 divenne membro dell'Accademia dei Georgofili, affinando le sue competenze agronomiche e avviando l'ammodernamento dei suoi poderi secondo i più avanzati principi del tempo, prendendo a modello della sua impresa le iniziative dell'aristocrazia britannica illuminata.
Nel 1831 divenne fondatore col padre di una Società per la mutua istruzione, di cui fu per tre anni tesoriere. Il suo impegno di filantropo e la sua cultura non irrilevante erano note in Firenze, tanto che nel 1833, a soli venticinque anni, il Granduca Leopoldo II lo incaricò di riformare l'educazione popolare infantile. La consuetudine con l'aristocrazia colta toscana e i commercianti anglo-svizzeri lo avvicinarono alle posizioni dei liberali inglesi e alla teologia del cattolicesimo liberale. Ricevuta una Bibbia in lingua italiana dall'abate Lambruschini ed entrato in contatto con la protestante svizzera Matilde Calandrini, che a Pisa aveva fondato un asilo, presto giunse a posizioni evangeliche. Farà scrivere sulla sua tomba, ove riposa nel cimitero di Cusona, di essere "nato di nuovo" nel 1836. In qualche modo, la data di nascita dell'evangelismo italiano risorgimentale.
Nel corso degli anni Quaranta, legatosi alla Chiesa svizzera di Firenze dai cui pastori andò a dottrina, divenne animatore dei primi gruppi di cristiani liberi in città, in cui a una forte riduzione dogmatica delle posizioni di fede si univa la frequentazione assidua del testo biblico e la celebrazione costante della Cena del Signore. Non dismise tuttavia l'impegno pubblico, tanto da divenire nel 1850 consigliere comunale: carica da cui decadde per aver rifiutato il giuramento, insostituibile con una semplice promessa come sperato dal conte.
Nel 1851 venne arrestato assieme ad alcuni correligionari a motivo della sua fede, con grande scandalo dell'opinione pubblica internazionale, e dopo essere stato condannato a sei mesi di reclusione, fu costretto all'esilio. Iniziò dunque la sua peregrinazione, che lo portò in Inghilterra, Svizzera e Francia. Non prima di essere però passato dal Piemonte, dove per primo regalò una Bibbia a Bonaventura Mazzarella. Specialmente in Gran Bretagna fu accolto dalle figure di punta degli ambienti evangelical, ma soprattutto conobbe i Plymouth Brethren nel cui movimento riconobbe molte caratteristiche della sua "risveglia religiosa" toscana. Difenderà tuttavia per tutta la sua vita il suo movimento dall'accusa di "plimouttismo", e rivendicherà la specificità italiana delle sue Chiese Libere. In Inghilterra incontrò pure un patriota esule, Teodorico Pietrocola Rossetti,alla cui conversione contribuì e che divenne il maggiore collaboratore della sua opera evangelistica.
Durante il soggiorno nel Regno Unito lavorò intensamente altresì a una revisione linguistica della Bibbia tradotta nel XVII secolo da Giovanni Diodati, in parte ammodernandone l'italiano, realizzando così l'edizione più diffusa tra gli evangelici del tempo.
Diede presto vita a comitati e iniziative volte all'edificazione di chiese evangeliche in Italia, anzitutto in Piemonte: grazie a una lettera dello stesso Guicciardini al conte di Cavour Rossetti potè cominciare la sua attività nell'alessandrino. Per il resto della sua esistenza spese tempo e finanze coordinando e sostenendo gli "operai" delle Chiese Libere, impegnandosi attivamente nella loro fondazione e crescita.
Rientrato in Toscana nel 1859, venne presto deluso dalla scarsa reale libertà religiosa dello Stato unitario, tornandosene di frequente nel Regno Unito, dove aveva nel frattempo ottenuto la cittadinanza. Affrontò con rigore le difficoltà delle Chiese libere nel corso degli anni Sessanta, non sottraendosi anche alla polemica con le altre denominazioni evangeliche. Consigliere comunale a Firenze tra il 1868 e il 1870, fu battuto alle elezioni per la Camera in quello stesso anno da Ricasoli.
Uomo di costumi frugali, parsimonioso e attento, prodigo nelle migliorie delle sue tenute (si rifiutò sempre di incoraggiare la conversione dei suoi contadini, mostrando loro il massimo rispetto e impedendo anche alla sua segretaria Elisa Jahier di lavorare a tal fine), spese ingenti fortune nel collezionismo librario, dando vita a una "Libreria religiosa" di oltre diecimila volumi oggi patrimonio della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Radicale nelle sue posizioni ecclesiologiche, non lesinò la polemica ma anche la cooperazione con tutti gli evangelici. Legato alle posizioni più aperte dei Fratelli, si contrappose al dispensazionalismo di J.N.Darby e alla diffusione della sua teologia. Morì a Firenze nel marzo de 1886, scapolo e indispettito dalle progressive chiusure dottrinali dei Liberi, padre fondatore stimato ma senza dubbio isolato all'interno della sua comunità.
Fonti archivistiche
Archivio Guicciardini (Palazzo Guicciardini, Firenze), Fondo Piero Guicciardini.
The Christian Brethren Archives (John Rylands University Library, Manchester), Piero Guicciardini.
Bibliografia
C. Zanini, Del conte Piero Guicciardini, Firenze, 1902.
S. Jacini, Un riformatore toscano dell’epoca del Risorgimento. Il conte Piero Guicciardini, Firenze, Sansoni, 1940.
V. Vinay, Evangelici italiani esuli a Londra durante il Risorgimento, Torino, Claudiana, 1961.
D.Maselli, Tra Risveglio e millennio. Storia delle chiese cristiane dei Fratelli 1836-1886, Torino, Claudiana, 1974.
D.D. Ronco, “Per me vivere è Cristo”. La vita e l’opera del conte Piero Guicciardini nel centenario della sua morte, 1808-1886, Fondi, UCEB, 1986.
Piero Guicciardini (1808-1886). Un riformatore religioso nell'Europa dell'Ottocento, a cura di L. Giorgi e M. Rubboli, Firenze, Leo S. Olschki, 1988.
G. Spini, Risorgimento e protestanti, Torino, Claudiana, 19983 (I ed. 1956).
T.C. Stunt, From Awakening to Secession. Radical Evangelicals in Switzerland and Britain 1815-1835, Edimburgh, T&T Clark, 2000.
La chiesa “degli italiani”. All'orgine dell'evangelismo risvegliato in Italia, a cura di A. Pecchioli, Chieti-Roma, Ed.GBU, 2010.
D. Maselli, Piero Guicciardini. Il conte evangelico, in Scelte di fede e di libertà. Profili di evangelici nell'Italia unita, a cura di D. Bognandi e M. Cignoni, Torino, Claudiana, 2011, pp. 13-15.
- A cura di Simone Maghenzani