Enrico Ippolito Gay
Enrico Ippolito (Henry Hippolyte François Paul) Gay (8 maggio 1843 – 12 ottobre 1886) militare, garibaldino, esule in Inghilterra, fu in Canada nell'esercito ribelle di Louis Riel, in Francia e in Algeria nell'esercito francese, quindi in Messico, infine a Panama per i lavori di scavo del canale.
Biografia
Nato a Rodoretto, era il primogenito del pastore valdese Matteo Enrico Gay e di Caroline Long, sorella dell'istitutore Jean Jeacques Long; dei suoi nove fratelli e sorelle, Carlo Giuseppe Gay divenne pastore, Giovanni Gay morì durante gli studi alla Facoltà valdese di Teologia, Adèle sposò il pastore Enrico Pietro Tron e Marie il pastore Bartolomeo Pons.
Dal 1854 al 1863 frequentò il Collegio valdese di Torre Pellice, dove nel 1855 entrò nella “Compagnia del Collegio”, la cui attività prevedeva esercizi di tiro a segno, e ottenne la promozione di capitano comandante. Nel 1863 intraprese la carriera militare presso la Scuola di Cavalleria di Pinerolo; nel 1866 ottenne il trasferimento al Reggimento dei Cavalleggeri di Monferrato di stanza a Rimini, per essere subito distaccato allo Stato Maggiore del secondo Reggimento temporaneo in occasione della guerra contro l’Austria, ma dopo la sconfitta di Custoza decise di unirsi alle truppe che Garibaldi stava radunando per la liberazione di Roma. Considerato disertore per aver abbandonato il suo reggimento, fu costretto a prendere la via della fuga oltralpe nell’aprile 1867, e a rifugiarsi in Inghilterra. Qui trovò inizialmente lavoro come insegnante, per poi assumere l’incarico propostogli da Garibaldi di raccogliere fondi per finanziare la spedizione romana viaggiando per tutta la Gran Bretagna.
In seguito alla disfatta di Mentana e all’arresto di Garibaldi, senza più mezzi di sussistenza e senza poter tornare in patria, Enrico tentò di dedicarsi agli studi teologici iscrivendosi all’Accademia di Teologia di Ginevra nei mesi di novembre e dicembre 1867, ma a causa di varie difficoltà, preferì tornare a Londra, e quindi recarsi in Germania per perfezionarsi nella lingua tedesca, in vista di riprendere l’insegnamento.
Nel 1869 riprese la carriera militare partendo per il Canada, dove entrò nell’esercito ribelle di Louis Riel, capo del governo provvisorio istituito nella colonia di Red River in seguito alla ribellione del popolo Métis al dominio canadese, diventando comandante militare di Fort Garry con il grado di colonnello.
Lo scoppio della guerra franco-prussiana lo spinsero a tornare in Francia per arruolarsi nell’esercito, e il 20 agosto 1870 raggiunge Tours, sede del Governo di unità nazionale, dove incontrò il generale Lodovico Frapolli, già capo di Stato maggiore di Garibaldi, sbarcato in Francia per organizzarvi un corpo di volontari. Nel novembre 1870 fu arruolato nell’armata dei Vosgi con il grado di colonnello di cavalleria e partecipò alle battaglie di Digione e Lantenay (24-27 novembre), e poco dopo, con il grado di colonnello degli Ussari de l’Etoile, partì immediatamente per l’Africa settentrionale con l’incarico di organizzare alcuni squadroni di cavalleria.
Il 9 febbraio 1871 lasciò l’Algeria diretto a Lione, ma nel marzo, al momento dello scioglimento dell'esercito francese si trovava a Sisteron, quindi a Versailles da dove si spinse fino a Parigi nei giorni della caduta della città sotto l’attacco prussiano.
Nell’aprile 1871 raggiunse Londra, dove divenne nel 1872 membro della British Association di Brighton, e sposò in quella città Sophie Cresseil, la direttrice della Pension Cresseil, un istituto di perfezionamento per giovinette di buona famiglia. La coppia si trasferì a Parigi per aprire una scuola nel sobborgo elegante di Neuilly e dove nacque il loro figlio Mathieu Henri (1873). In quegli anni Enrico Gay ebbe la possibilità di godere di una certa sicurezza economica e di dedicarsi alla scrittura di alcuni libri.
Tuttavia all’inizio del 1880 decise di recarsi in Messico per mettersi al servizio del generale Carillo de Albornoz che si preparava a rovesciare Porfirio Díaz, suscitando una ribellione tra la popolazione contadina del paese. Malgrado le promesse di una carriera politica, fu inviato dal nuovo presidente Manuel González ai confini del Messico con il compito di tracciare i confini del paese, e soltanto tre anni dopo il suo arrivo, nell’agosto 1881, la moglie e il figlio furono in grado di trasferirsi a Città del Messico; in quegli anni nacque una seconda figlia, Marguerite, che morì in fasce.
Nel 1884, a causa delle disastrose condizioni economiche del paese, aggravate dalla corruzione e dall’incompetenza del governo, Porfirio Díaz riassunse la presidenza, e conferì a Enrico Ippolito l’incarico di capo della “Commissione di Storia naturale e colonizzazione in Messico e Centro America”, ovvero di responsabile della vendita di terreno pubblico e privato inglobato nel territorio messicano grazie alle sue esplorazioni, senza riconoscergli il credito di varie mensilità di stipendio ma limitandosi a concedergli alcune miniere d’oro nello stato di Jalisco.
Nel gennaio 1886 la moglie Sophie e il figlio Mathieu Henri partirono per la California, stabilendosi a San Francisco, e nel maggio dello stesso anno Gay si recò a Panama per formare una compagnia per lo sfruttamento delle miniere di sua proprietà investendo tutti gli averi che gli rimanevano. Nel mese di settembre lavorò alla direzione dei lavori di scavo del canale, ma poche settimane dopo contrasse la febbre gialla, che in tre giorni lo portò alla morte, il 12 ottobre del 1886, all’età di quarantatré anni.
Fonti archivistiche
Archivio della Società di Studi Valdesi (in ATV), Fondo Carte Famiglia Gay – Long, fascicolo Henri Hippolyte Gay.
Pubblicazioni principali
H. Gay, Observations sur les instincts de l’homme et l’intelligence des animaux. Souvenirs de voyage par Henry Gay, colonel de cavalerie, Parigi, Monod et Fischbacher, 1878.
Bibliografia
J. Jalla, La carrière aventureuse d’un Vaudois Garibaldien. Henry Gay, in Glanures d’histoire Vaudoise. In memoriam, Torre Pellice, Società di Studi valdesi, 1936, pp. 148-152.
E. Cecchinato, Camicie rosse. I garibaldini dall’unità alla Grande Guerra, Bari, Editori Laterza, 2007.
G. Ballesio, «Un bel giorno mi ha scritto Garibaldi...». Henri Hippolyte Gay un valdese nelle rivoluzioni dell'Ottocento, in «La beidana», n. 73, febbraio 2012, pp. 39-49.
Immagini
- A cura di Gabriella Ballesio