Henry James Piggott
Henry James Piggott (18 luglio 1831 – 30 novembre 1917), pastore metodista inglese, iniziatore della Missione Metodista Wesleyana in Italia
Biografia
Nato a Lowestoft (Suffolk, Gran Bretagna) il 18 luglio 1831, era figlio di William Piggott, pastore della Chiesa Metodista Wesleyana, che era stato missionario in Sierra Leone. Studiò alla scuola di Kingswood fondata da John Wesley per i figli dei predicatori, dai dodici ai quindici anni. Frequentò quindi il Wesley College di Taunton, dove approfondì gli studi umanistici (imparando il latino, il greco, l’ebraico, il francese e il tedesco) affiancati a riunioni di preghiera e studio delle Scritture. Grazie al proprio talento ottenne diverse borse di studio e proseguì gli studi fino alla diploma di Bachelor of Arts alla London University, nel 1850, con il massimo dei voti. Nello stesso anno venne ordinato pastore.
Già nel 1849 aveva iniziato l’attività di predicatore laico nei villaggi del circuito, prima a Wellington, nello Shropshire, poi a Newbury, Berkshire, quindi a Oxford, infine a Londra dove venne nominato assistente del presidente della Wesleyan Methodist Society Robert Young. Grazie a questo incaricò entrò in contatto con personalità influenti, imparando a conoscerne più a fondo la realtà in cui si trovava.
Nel 1857 venne inviato ad Hastings, dove contribuì allo sviluppo delle comunità circostanti, e quindi a Brentford, nel circuito di Hammersmith, insieme alla giovane moglie Mary Ellen Brown, sposata nel 1859.
Venne quindi chiesto a Piggott di recarsi nelle missioni prima in Australia e poi in India, ma egli rifiutò, non sentendosi portato (a differenza del padre) per il lavoro al di fuori dell’Inghilterra; in realtà, una volta accettata la missione in Italia, propostagli poco dopo da William Arthur, vi rimase per gran parte della propria vita.
L’opera pubblicata da Arthur, Italy in Transition, aveva attirato l’attenzione di Piggott sulla situazione italiana: quando si pose nuovamente la decisione se accettare o meno il lavoro missionario, dopo averne lungamente discusso con la moglie, decise di accogliere il grande impegno, che comportava tra le altre cose il trasferimento della famiglia (nel 1860 era nata la prima figlia) e la necessità di imparare una lingua sconosciuta: delle lezioni di italiano venne incaricato il giovane Benedetto Lissolo, ex-seminarista emigrato a Londra, che fu poi uno dei suoi più validi collaboratori.
Dopo un periodo di preparazione, nel 1861 i Piggott si accinsero all’avventura italiana, insieme a Lissolo e a un altro pastore, Richard Green (poi sostituito da Thomas W. Jones), senza avere un piano preciso, ma spinti da una forte motivazione: lo dimostrano i frequenti spostamenti, da Torino a Ivrea, poi Milano (nel 1862), Padova (nel 1866), Roma (nel 1873).
Quegli anni furono caratterizzati da un intenso lavoro, con frequenti viaggi di evangelizzazione in diverse parti d’Italia, ma anche da alcune vicende familiari tragiche, dalla morte di due figli di pochi mesi, a distanza di un anno, nel 1863 e 1864, e di una figlia di tre anni nel 1867.
Piggott lavorò per dare una struttura alle diverse comunità che stavano sorgendo (ad esempio sotto l’aspetto liturgico), formando nel 1868 la Chiesa Evangelica Metodista in Italia, di cui fu soprintendente generale.
Si dedicò, oltre all’attività pastorale e di predicatore (assumendo l’italiano come propria lingua), anche alla promozione di attività educative e culturali, attraverso il settimanale «Il Museo Cristiano» (1867-1869), e diverse scuole femminili e per ragazzi di strada, oltre a corsi di teologia per preparare i predicatori. Fu anche fondatore e direttore, fino al 1873, dell’Istituto Internazionale di Padova, che comprendeva la scuola elementare, il ginnasio, un istituto tecnico e un convitto, e godeva di buona fama anche fuori dalla città.
Durante il mezzo secolo di attività in Italia, Piggott intrecciò rapporti profondi con diverse persone, anche attraverso un’intensa corrispondenza: tra di essi Francesco Sciarelli, conosciuto nel 1863, alla cui conversione aveva contribuito fortemente e che Piggott stesso nominò ministro di culto.Un altro incontro proficuo fu quello tra Piggott e Luigi Capellini, fondatore della Chiesa evangelica militare, che da lui ricevette la formazione teologica ed un forte supporto, anche logistico ed economico.
Emerito nel 1901, continuò a vivere a Roma fino alla morte, mantenendo attivo il proprio impegno. Dal 1907 al 1917 fu infatti presidente della “Commissione Diodati”, che curò la revisione della celebre traduzione della Bibbia (composta, tra gli altri, anche da novembre da Giovanni Luzzi ed Enrico Bosio), voluta dalla Società Biblica Britannica e Forestiera. Morì dopo breve malattia, il 30 novembre 1917, assistito dalla figlia maggiore, Mary.
Fonti archivistiche
Archivio Storico delle Chiese Metodiste (in ATV), Serie XI, Sottoserie Rapporti interdenominazionali, cartella 565, Unione Chiesa Libera, Episcopale, wesleyana (corrispondenza).
Pubblicazioni principali
H. J. Piggott, Breve storia del metodismo fino alla morte di Giovanni Wesley nel 1790, Padova, Libreria di Pietro Bassanesi, 1868.
Bibliografia
Life and Letters of Henry James Piggott, B.A., of Rome, by T.C. Piggott and T. Durley, London, The Epworth Press, J. Alfred Sharp, 1921 [edizione italiana a cura di F. Cavazzuti Rossi: Henry James Piggott, Vita e lettere, Torino, Claudiana, 2002]
G.G. Findlay, W.W. Holdworth, The History of the Wesleyan Methodist Missionary Society, London, 1921.
V. Vinay, Storia dei Valdesi, III. Dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico (1848-1978), Torino, Claudiana, 1980.
F. Chiarini (a cura di), Il metodismo italiano (1861-1991), Torino, Claudiana, 1997.
F. Chiarini, Storia delle chiese metodiste in Italia 1859-1915, Torino, Claudiana, 1999.
G. Spini, Italia liberale e protestanti, Torino, Claudiana, 2002.
Immagini
- Henry J. Piggott - Archivio Fotografico Valdese, Fondo Chiese Metodiste
- Henry J. Piggott - Archivio Fotografico Valdese, Fondo Chiese Metodiste
- Henry J. Piggott - Archivio Fotografico Valdese, Fondo Chiese Metodiste
- Commissione per la versione riveduta della Bibbia, H. J. Piggott seduto al centro – Archivio Fotografico Valdese
- A cura di Sara Tourn