Enrico Coïsson
Enrico Coïsson (17 maggio 1900 – 19 maggio 1941) missionario, maestro evangelista in Eritrea.
Biografia
Nato a Mosi-oa-thunia (Bechuanaland, oggi Zambia), era figlio di Augusto Coïsson e Enrichetta Margherita Nisbet, inviati per incarico della Conferenza missionaria dello Zambesi (della Société des Missions Évangéliques di Parigi) nella zona delle cascate Victoria per fondarvi una nuova stazione missionaria.
Venuto in Italia insieme alla sua famiglia nel 1903, venne affidato insieme ai suoi tre fratelli alle cure della zia paterna Cecilia Coïsson.
Dopo aver frequentato le scuole primarie a Torre Pellice, nell'ottobre del 1912 si trasferì a Savona ospite dello zio Mario Miegge per frequentare l'istituto tecnico. A causa della morte improvvisa dello zio, nel luglio del 1916 dovette far ritorno alle Valli valdesi, dove si iscrisse alla Scuola Normale di Torre Pellice, frequentata all'epoca anche da sua sorella Jeanette (1902-1991).
Nel 1920 si trasferì a Roma, come educatore presso l'Istituto Gould. In quegli stessi anni entrò in contatto con Alessandro Tron, all'epoca in cerca di insegnanti italiani per le scuole della Missione svedese in Eritrea (la Evangeliska Fosterland Stiftelsen). Nel 1919 avevano già risposto a questo appello Emilio Ganz (rimasto in Eritrea dal 1919 al 1929) e Augusto Armand Hugon (dal 1919 al 1921), cui seguiranno Eraldo Lageard (dal 1925 al 1930), Germana Olivetti (dal 1924 al 1926) e Nora Rostan (dal 1924 al 1926).
Partito per l'Eritrea nel 1921, si recò in un primo tempo a Sciumanegus per poi essere inviato come maestro evangelista a Gheleb, nella tribù dei Mensa. Oltre ad occuparsi della locale scuola, affiancò il pastore locale, riuscendo nel giro di pochi anni ad ottenere ottimi risultati.
Nel 1925, in un momento in cui stavano aumentando le difficoltà e le restrizioni per i missionari svedesi, i responsabili della missione chiesero alla Tavola Valdese di consacrarlo pastore per dare al suo servizio maggiore peso ma ricevettero una risposta negativa (in ossequio ai regolamenti).
Nel settembre di quello stesso anno ritornò per un breve periodo in Italia, venendo inviato a Pradeltorno come evangelista.
Nel 1927 fece nuovamente ritorno a Gheleb e nel gennaio del 1929 sposò la giovane insegnante Ida Mathieu, figlia del maestro evangelista Teofilo Mathieu, con la quale ebbe Mario (1929), Annalisa (1931) e Renato (1935), che lo affiancò con passione nell'opera missionaria.
Negli anni del fascismo la vita della missione in Eritrea divenne sempre più difficile: in concomitanza con la guerra d'Abissinia tutti i missionari stranieri vennero espulsi con l'accusa di sobillare le popolazioni locali contro l'Italia. Nel 1936 la missione di Gheleb venne chiusa dal governo coloniale e la famiglia Coïsson fu costretta in modo repentino a lasciare la propria casa, venendo ospitata da un membro eritreo della comunità.
Con la partenza dei missionari svedesi, rimasero in Eritrea soltanto Alessandro Tron e Enrico Coïsson, i quali da quel momento in avanti avrebbero dovuto occuparsi da soli, per quanto possibile, delle varie comunità.
I due missionari valdesi decisi a continuare la loro opera in Eritrea, nel 1936 inviarono in Italia le famiglie. Entrarono però in contrasto con il pastore Giovanni Bertinatti, all'epoca cappellano militare ad Addis Abeba e fautore di un progetto che avrebbe dovuto portare alla creazione di una chiesa valdese dell'Africa Orientale Italiana.
Per far fronte alle difficoltà finanziarie per un anno Coïsson venne assunto come insegnante governativo, incarico che non gli venne però rinnovato perché non iscritto al partito fascista.
Dopo un breve congedo in Italia, nel settembre del 1938 ritornò in Eritrea con la sua famiglia. Nell'estate dell'anno successivo dovette però di nuovo lasciare Gheleb per stabilirsi a Keren, località in cui poté continuare a seguire le comunità dell'altopiano e tenere dei culti.
Deciso a ritornare in Italia con la famiglia nel 1940, venne però bloccato in Africa dalla scoppio della guerra. Richiamato sotto le armi, venne inviato ad Addis Abeba in sanità. Partecipò ai combattimenti della seconda battaglia dell'Amba Alagi, risultando però alla fine disperso. L'unica informazione che la famiglia riuscì ad avere dopo anni di silenzio e vane ricerche fu che Enrico era scomparso assieme a due compagni il 19 maggio fra Golito e Soddu nella regione dei Galla e Sidama a sud di Addis Abeba verso il Kenia.
Fonti archivistiche
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 378, Coïsson Enrico.
Bibliografia
J.Jwarson, A.Tron, Notizie storiche e varie sulla Missione Evangelica Svedese nell'Eritrea (1856-1916), Asmara, Tipografia della Missione Svedese, 1918.
R.Coïsson, I valdesi e l'opera missionaria, Monografie edite in occasione del 17 febbraio, Torre Pellice, Società di Studi Valdesi, 1963.
V. Vinay, Storia dei Valdesi III. Dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico, Torino, Claudiana, 1980.
R. Coïsson, Missionari valdesi in Eritrea, in «La Beidana», n. 76, febbraio 2013, pp. 3-23.
R. Coïsson, Nel vortice della seconda guerra mondiale. Il dramma vissuto dalla famiglia di Enrico Coïsson e Ida Mathieu negli anni 1938-1951, Luserna San Giovanni, Tipolitografia Grillo, 2015.
Immagini
- A cura di Renato Coïsson