Antonio Dalla Fontana
Antonio Dalla Fontana (13 gennaio 1873 – 6 gennaio 1942) manovale, divenuto evangelico fu colportore della Società Biblica Britannica e Forestiera e in seguito pastore della Chiesa Metodista Wesleyana.
Biografia
Nato a Velo d'Astico (Vicenza), era figlio di Antonio, imprenditore di trasporti edili nel porto fluviale di Vienna. Segnato da un'infanzia difficile, a soli dieci anni iniziò a lavorare con la madre presso una fonderia e in seguito in una cartiera. Nel maggio del 1893 sposò Rosa (?-1957), una sua compagna di lavoro, con la quale ebbe Adele (1895), Germana (1899), Guglielmo (1900) e Cipriano (1904).
Nel 1896 si trasferì con la famiglia a Zurigo, lavorando prima come manovale edile e in seguito nuovamente in una fonderia. Avvicinatosi alla comunità evangelica di lingua italiana di quella città, si convertì al protestantesimo nel 1898. Frequentò le locali scuole serali dove studiò il tedesco e il francese, occupandosi allo stesso tempo di distribuire ai suoi connazionali emigrati a Zurigo opuscoli religiosi e Bibbie.
Entrato in contatto con la Società Biblica Britannica e Forestiera, divenne colportore. Rientrato in Italia, fu in un primo tempo impiegato a Milano e in seguito trasferito a Vicenza. Durante la sua permanenza in Veneto si scontrò più volte con l'ostilità del clero cattolico, rischiando la vita in più di un'occasione. Nel 1904, a Posina (Vicenza) un gruppo di giovani insorse contro di lui, allontanandolo dal paese in modo violento. L'episodio suscitò molto clamore nella stampa locale e venne utilizzato dallo scrittore Antonio Fogazzaro come spunto per la creazione di uno dei protagonisti del suo romanzo Leila, pubblicato nel 1910. A causa del suo stile brusco e troppo polemico, venne licenziato dalla Società Biblica Britannica e Forestiera nel 1911.
Tornato in Svizzera, entrò in contatto con Giovanni Rodio e nel 1912 fu assunto come maestro evangelista dal Comitato di Basilea al fine di occuparsi degli emigranti italiani di quella città. Nel 1921 si dimise dal suo incarico e si trasferì insieme alla famiglia a Renens, nel cantone di Vaud.
Avvicinatosi alla locale Chiesa Metodista Episcopale, venne assunto in quello stesso anno come pastore. A causa di una brutta malattia, nel 1923 venne ricoverato d'urgenza a Milano e l'anno seguente richiese di entrare a far parte della Chiesa Metodista Wesleyana d'Italia. Inviato in un primo momento ad Intra, a partire dal 1924 curò le comunità di Omegna, Montorfano e Luino.
Nel 1925 fu trasferito a Palazzo Adriano (Palermo), località in cui si occupò di migliorare le condizioni della popolazione, a maggioranza contadina. Due anni dopo fu inviato a Cerchio (L'Aquila), con cura della comunità di Villa San Sebastiano. Durante la sua permanenza in Abruzzo, si occupò dei lavori per la costruzione del nuovo tempio evangelico di Cerchio. Il locale, la cui inaugurazione avrebbe dovuto svolgersi nel 1927, venne utilizzato solo a partire dal novembre del 1943: Benito Mussolini in persona vietò l'apertura dello stabile, adducendo motivi di ordine pubblico.
Scrittore prolifico, nel corso degli anni diede alle stampe molti testi di carattere storico e biblico, intrattenendo allo stesso tempo una fitta corrispondenza epistolare con molti personaggi del mondo evangelico italiano, come Giovanni Luzzi e Giovanni Ferreri.
Nel 1928 ritornò in Piemonte, occupandosi in un primo tempo dei piccoli nuclei di evangelici di Roccapietra e Vintebbio (Vercelli) e a partire dal 1931 della comunità metodista di Domodossola, composta in maggioranza da funzionari delle ferrovie federali svizzere, addetti alla stazione internazionale del Sempione.
Nel 1933 venne trasferito a Vicobellignano (frazione del comune di Casalmaggiore, in provincia di Cremona), dove svolse un'intensa attività pastorale tra gli anziani e nelle famiglie di matrimoni misti. Durante la sua permanenza in quella località, le sue condizioni di salute peggiorarono notevolmente: costretto a un ricovero d'urgenza a Milano, nel 1941 venne nuovamente trasferito a Domodossola per trascorrere un periodo di convalescenza. Emeritato in quello stesso anno, morì a Milano il 6 gennaio del 1942.
Fonti archivistiche
Archivio Storico delle Chiese Metodiste (in ATV), Serie VI, Sottoserie Pastori - evangelisti, cartella 214, Dalla Fontana Antonio.
Pubblicazioni principali
A. Dalla Fontana, Gesù Nazareno. La vita di Gesù Cristo secondo i Vangeli, Roma, Tipografia editrice «La Speranza», 1916.
A. Dalla Fontana, Martino Lutero, Alessandria, Unione Tipografica O. Ferrari, 1933.
Bibliografia
Antonio Dalla Fontana, in «La Luce», n. 2, 14 gennaio 1942.
G. Spini, Italia liberale e protestanti, Torino, Claudiana, 2002, p. 306.
V. Benecchi, Guardare al passato, pensare al futuro. Figure del metodismo italiano, Torino, Claudiana, 2011, pp. 97-104.
- A cura di Luca Pilone