Dizionario Biografico dei Protestanti in Italia

Nicola Papengouth

Nicola Papengouth (15 giugno 1858 – novembre 1906), pastore battista, fu a Napoli e Milano e tra i fondatori del periodico «Il Testimonio».

Biografia

Nacque a Odessa, da madre britannica e da padre olandese, il conte Oswald Papengouth, già ufficiale della marina russa.

La sua conversione fu precoce e dai tratti leggendari: secondo alcuni fu battezzato a Parigi nella Senna, secondo altri in un lago svizzero. Dopo aver ricevuto la prima istruzione in una scuola morava, si recò infatti a Parigi dove studiò pittura, per poi passare agli studi classici e teologici in Svizzera (dove assorbì molto dello spirito e dell’insegnamento del grande predicatore battista Charles Haddon Spurgeon) con l’intenzione di dedicarsi al ministero pastorale.

Fu quindi a Napoli, dove collaborò per un breve periodo con il padre nell'opera di evangelizzazione da lui iniziata nel 1873.

Entrato nei ruoli della Missione battista americana, fu a lungo pastore a Milano, nella piccola comunità di via del Pesce (oggi via Paolo da Cannobio), che nel 1889 contava trentatre membri e una scuola domenicale.

Comprendendo l’importanza di un’azione unitaria ai fini dell’evangelizzazione, promosse la collaborazione con le altre chiese evangeliche attive a Milano (valdese, metodista e libera), contribuendo alla fondazione del Circolo Cristiano Evangelico Milanese e di una Società di Mutuo Soccorso e Beneficienza degli Evangelici in Milano, e organizzando culti e incontri comuni.

Diresse insieme a Nicola Nardi-Greco, Gaetano Fasulo ed Enrico Paschetto il settimanale battista «Il Testimonio», dalla fondazione (1884) al 1890.

Si applicò alla missione con uno studio costante, preparando con meticolosità i propri discorsi, brevi e accurati, che per questo erano molto apprezzati. Le sue conoscenze linguistiche gli permettevano di predicare all’occorrenza anche in francese, inglese e tedesco. Di carattere generoso e ospitale, accoglieva nella propria casa fedeli e intere famiglie dedicandosi a loro senza riserve.

La vita disciplinata e l’adozione di alcune abitudini “igieniste”, gli consentirono di vivere, malgrado la costituzione delicata, finché fu colto da una febbre improvvisa e mortale. Questa lo colpì nel novembre 1906, tre anni dopo essere giunto a Napoli per guidarvi la comunità battista, a soli quarantotto anni, e pochi anni dopo essersi sposato.

Bibliografia

G. B. Taylor, In memoriam, «Il Testimonio», n. 11, novembre 1906.spazio
G. B. Taylor, Necrologio, «L’Italia Evangelica», anno XXVI, n. 46, 17 novembre 1906spazio
A. C. In memoriam, «Il Testimonio», n. 12, dicembre 1906.spazio
V. Vinay, Storia dei Valdesi, III. Dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico (1848-1978), Torino, Claudiana, 1980.spazio
D. Maselli, Storia dei battisti italiani (1873-1923), Torino, Claudiana, 2003.

  • A cura di Sara Tourn
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