Minoranze, migrazioni ed esperimenti di convivenza nella prima Età Moderna (secoli XVI e XVII)
Durante la prima Età Moderna l’Europa fu scenario di un significativo fenomeno di ridistribuzione della popolazione per motivi confessionali. Mediante l’adozione di stringenti schemi normativi, Chiese e Stati obbligarono alla conversione, alla segregazione e all’esilio, forzato o volontario, individui o intere comunità.
Tuttavia, aggirando limiti e nuovi confini, genti di diverse fedi intrapresero una via pragmatica di convivenza de facto se non de iure, per evitare, o almeno limitare, l’episodica esplosione della violenza religiosa.
Il LIX Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia vuole offrire un’occasione di confronto sulla riorganizzazione generale della società europea nei secoli XVI e XVII, avvenuta a seguito della ridefinizione confessionale e al conseguente insorgere del problema della mobilità e dell’integrazione nelle comunità di persone di varie religioni.
Le soluzioni pratiche e teoriche attuate in questo processo contribuirono alla costruzione di un’altra Europa, pluralista sul piano religioso, politico, culturale.