Ernesto Giampiccoli
Ernesto Giampiccoli (28 giugno 1869 – 10 agosto 1921) pastore valdese, presidente del Comitato di Evangelizzazione e moderatore della Tavola Valdese, figura di spicco dell’evangelizzazione.
Biografia
Nacque a Fonzaso (Belluno) e a causa dei frequenti spostamenti del padre, funzionario del Ministero delle Finanze, compì gli studi elementari a Belluno, Rovigo, L’Aquila, le prime classi del ginnasio a Venezia, il liceo a Firenze, dove conseguì molto brillantemente la maturità nel 1888, e dove fu compagno di classe del figlio del pastore della Chiesa franco-svizzera.
Grazie a questa amicizia entrò in contatto con Emilio Comba, e iniziò a leggere la Bibbia in compagnia della madre e della sorella, che lo seguirono nella conversione insieme agli altri tre fratelli minori.
Dopo essersi iscritto alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, frequentò per un anno la Facoltà valdese di Teologia per poi proseguire gli studi all’Accademia di Ginevra e all’Università di Edimburgo, impegnandosi nella cura pastorale degli emigrati italiani in Scozia.
Terminata la formazione teologica fu mandato per alcuni mesi nella piccola comunità di Aidone, dove ai successi iniziali della sua predicazione seguirono violenze e minacce tali da prostrarlo fisicamente. Dopo la consacrazione, avvenuta nel settembre 1893, fu destinato alla Chiesa valdese di Roma come coadiutore dei pastori Matteo Prochet e Carlo Giovanni Daniele Buffa; i tre anni trascorsi a Roma lo videro assumere una grande parte del lavoro pastorale, misero in luce il suo talento di predicatore e conferenziere, e lo videro impegnarsi come animatore del Circolo Desanctis, nell’Associazione Cristiana dei Giovani, e nella causa del Comitato Pro Armenia.
Nel 1894 aveva sposato Enrichetta, sorella del collega e amico Giovanni Rostagno, con la quale ebbe Guglielmo (1895), Maria (1897), Elisa (1899-1988), moglie del missionario Roberto Augusto Coïsson, Renato (1902) e Guido Adolfo (1904). Nel maggio del 1894, inoltre, si arruolò con il grado di capitano nel corpo militare della Croce Rossa Italiana.
Nel 1897 fu nominato secondo pastore della Chiesa valdese di Torino, e nel 1901 fu tra i promotori della costruzione della cappella di San Donato in corso Principe Oddone, di cui non soltanto seguì i lavori ma curò la preparazione di una liturgia speciale, che servirà da modello per quella proposta dal Sinodo nel 1912.
A Torino continuò il suo ministero come pastore titolare (1906-1913) e la sua lunga permanenza nella comunità torinese gli permise di curare in modo particolare la Casa delle Diaconesse, che fu istituita in quegli anni presso l’Ospedale Evangelico di Torino e di curare con passione e competenza il nuovo Innario della Chiesa Valdese. In quegli anni fu protagonista di avvenimenti significativi per la vita della comunità quali la celebrazione del cinquantenario dell’emancipazione dei valdesi del 1848 – in occasione della quale predicò davanti al sindaco di Torino e al corpo diplomatico – e del cinquantesimo anniversario della fondazione della Chiesa valdese di Torino nel 1849. Gli anni del ministero torinese possono essere riassunti dalle sue parole: «lo scopo nostro è l’evangelizzazione (…) nel senso positivo d’una predicazione dell’Evangelo in vista di tutti quelli che non lo conoscono, qualunque sia il loro nome, protestanti, israeliti o cattolici».
Nel 1913 assunse la carica di presidente del Comitato di Evangelizzazione, e in seguito allo scioglimento di questo organo nel 1915, divenne Moderatore della Tavola valdese, ente rappresentante ormai non soltanto le antiche parrocchie delle Valli valdesi ma anche tutte le chiese sorte nella penisola, coordinando il nuovo assetto della Chiesa Valdese in quel momento di trasformazione. Durante le sue presidenze rappresentò la Chiesa nelle assemblee ecclesiastiche internazionali e promosse il trasferimento della Facoltà valdese di Teologia da Firenze a Roma.
Gli ultimi anni della sua vita furono segnati dalle gravi prove della perdita del figlio Guglielmo nella Prima guerra mondiale, seguita dopo pochi mesi da quella della moglie dopo anni di sofferenze, ed infine della sua stessa malattia che, malgrado le cure della seconda moglie Margherita Ribet, lo portarono a spegnersi a Torre Pellice.
Fonti archivistiche
Archivio della Tavola Valdese (in ATV), Serie IX, cartella 222, Ernesto Giampiccoli.
Archivio della Società di Studi Valdesi (in ATV), Carte E. Giampiccoli.
Pubblicazioni principali
E. Giampiccoli, La doctrine de Jésus sur sa personne d’après les synoptiques, Torre Pellice, Tip. Alpina, 1891.
E. Giampiccoli, La Paroisse Vaudoise de Turin, Torino, Tip. F. Vogliotti, 1899.
E. Giampiccoli, Discorsi religiosi. Con notizie biografiche redatte da Giovanni Rostagno, Torre Pellice, Claudiana, 1931.
Bibliografia
M. Falchi, Ernesto Giampiccoli, in «La Luce», n. 33, 17 agosto 1921.
D. Jahier, Commemorando Ernesto Giampiccoli, in Idem.
Immagini
- Nozze di Ernesto di Giampiccoli ed Enrichetta Rostagno - Archivio Fotografico Valdese
- Ernesto Giampiccoli - Archivio Fotografico Valdese
- Ernesto Giampiccoli - Archivio Fotografico Valdese
- Ernesto Giampiccoli con i figli - Archivio Tavola Valdese
- A cura di Gabriella Ballesio